Milano - Consegna un ramoscello di ulivo. E al contempo recita una sorta di mea culpa. Dopo essere finito nell'occhio del ciclone per il servizio sul giudice Mesiano, andato in onda nei giorni scorsi su Mattino 5, il direttore di Videonews Claudio Brachino getta acqua sul fuoco. "Mi scuso con Mesiano, m'impegno a non trasmettere più quelle immagini". Ma definisce "inaccettabile" la reazione di Repubblica: "Basta insulti". E invita il giudice a venire in trasmissione affinché gli possano essere rivolte alcune domande. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano coglie la palla al balzo per dire: il caso è chiuso. Poi aggiunge: "Il diritto alla privacy è sacrosanto, ma quello di Berlusconi non è di serie B".
Alfano: "Caso chiuso" "Per me le scuse di Brachino chiudono un caso - dice Alfano - ma ne aprono platealmente un altro: il diritto alla privacy vale solo se c’è di mezzo un magistrato? Solo in quel caso il diritto alla privacy prevale sul diritto di cronaca, e quando di mezzo c’è il diritto dei comuni cittadini e del capo del governo?".
Il Pd a corrente alternata "Sono semprte stato un sostenitore del diritto alla privacy - ha proseguito Alfano, a Palermo per inaugurare un progetto al carcere Pagliarelli - un diritto che è di ciascun cittadino e non solo dei magistrati. Oggi anche il Pd si è accorto dell’esistenza di questo diritto, però se ne è accorto solo per difendere l’ormai famoso esponente di una potente corporazione come quella dei magistrati. E se ne è accorto anche il segretario del Pd che ieri ha usato i calzini turchesi nella sua campagna elettorale per l’elezione alla segreteria nazionale del partito". "
Privacy per tutti "La privacy non è un diritto a corrente alternata, a seconda di chi sia la vittima della sua violazione. Nel nostro Paese centinaia di migliaia di cittadini sono stati intercettati senza essere direttamente coinvolti nelle indagini. I loro nomi, spesso i loro affetti, sono stati pubblicati sui giornali e senza ragione. Del loro interesse e della salvaguardia della privacy si sono occupati il governo e la maggioranza, ma con l’ostilità dell’opposizione".
Mea culpa di Brachino "Nel weekend - ammette il direttore di Videonews - abbiamo ricevuto una valanga di critiche che si accettano a differenza degli insulti. Chi mangia fa molliche, dicevano i vecchi giornalisti. Questo significa che tra i tanti servizi trasmessi da una testata, ci si concentra su quelli un po' più sfortunati".
Le scuse a Mesiano "Il servizio andato in onda giovedì scorso - prosegue Brachino - non appartiene certo alla categoria dei capolavori. E me ne assumo come direttore tutte le responsabilità. Sul merito di un singolo servizio si può discutere all’infinito. Questo fa parte della libertà di critica come fa parte della libertà di stampa criticare un magistrato".
L'invito agli altri media Il direttore di Videonews invita però
anche le voci critiche a fare lo stesso. Il riferimento implicito è a Sky e a Raitre, che esprimono il loro dissenso ritrasmettendole continuamente, "trasformando così il rimedio in qualcosa di più grave della malattia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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