Sono le strisce pedonali più celebri della storia... Oggetto di culto e di pellegrinaggio da legioni di fan... Parliamo di quelle sulla copertina di Abbey Road, l'iconico album dei Beatles che in questi giorni compie mezzo secolo. Viene infatti riproposto in questi giorni in edizione di lusso, per la prima volta remixato e ripubblicato con sessioni di registrazione e demo inediti. Il box di tre cd e un blu ray comprende quaranta tracce e un mix di The Long One, il medley che comprende quasi tutto il secondo lato del long playing.
Le registrazioni dell'album iniziarono nel febbraio 1969, poco dopo la fine di quelle di Let It Be, che però uscì successivamente a Abbey Road e fu l'ultimo disco ufficiale della band. I rapporti tra Paul, John, George e Ringo non erano proprio idilliaci, ma i ragazzi volevano lasciare un album compiuto, con canzoni che lasciassero il segno come un tempo, lavorando in diretta in studio senza sovraincisioni o effetti. La gestazione del disco fu difficile, anche se poi si rivelò quel capolavoro che tutti ancora celebrano. Le sessioni furono anche interrotte per un incidente automobilistico che coinvolse Lennon e la sua famiglia. John finì in ospedale e poi pretese - con disappunto degli altri tre - che fosse portato in studio un letto, comprato da Harrods, in cui giacesse la moglie Yoko, convalescente, per sovraintendere alle registrazioni. Ma la freddezza tra i quattro baronetti non intaccò la magia di quella musica. Persino George Harrison era in stato di grazia mentre incideva gioiellini come Something. L'album fu registrato con un mixer a transistor e non a valvole (altri tempi) che non soddisfò completamente la cura maniacale del suono di Lennon.
Abbey Road avrebbe dovuto avere un titolo completamente diverso. Geoff Emerick, ingegnere del suono della band, fumava sigarette Everest (mai sentite qui da noi) e si pensò di intitolare l'album con quel marchio, con viaggio alle cime della maestosa montagna per fotografare la copertina. Era un progetto molto laborioso, così McCartney decise per la semplicità, fece uno schizzo su un foglio in cui disegnava proprio l'attuale copertina, da fare muovendo solo tre passi fuori dallo studio. La foto fu scattata verso le 11.30 del mattino da Iain Macmillan, arrampicato su una scaletta, con un vigile che bloccava il traffico e l'orario non fu casuale. I Beatles volevano evitare le schiere di fan che il pomeriggio, mentre loro erano al lavoro, si affollavano fuori dallo studio. Bastarono sei scatti, e fu scelto il quinto, quello dove i baronetti erano maggiormente in sincrono. Era nata così la copertina più celebre della storia. Una copertina che ha alimentato decine di leggende. Qualcuno ritiene addirittura che contenga la prova della morte di McCartney per diversi particolari, tra cui il fatto che Paul era l'unico a camminare senza scarpe, e in Gran Bretagna i morti vengono seppelliti senza scarpe. (In seguito Paul dichiarò di aver «fatto la passeggiata» quattro volte su sei senza sandali per il gran caldo). McCartney chiese poi che sulla copertina non apparisse né il titolo dell'album né il nome della band. Tanto chi non li avrebbe riconosciuti? Tutti tranne un certo Paul Cole, ripreso in lontananza sulla copertina, che si era fermato incuriosito da «quei tipi eccentrici» che avevano bloccato il traffico. Cole non sapeva niente di rock e di Beatles, e si riconobbe qualche mese dopo quando sua moglie, organista, comprò Abbey Road per imparare un brano che le era stato chiesto di suonare ad un matrimonio. Quante storie dietro a questo capolavoro, terminato il 20 agosto e rilasciato nei negozi il 26 settembre. Una settimana prima circa Lennon aveva annunciato ai compagni che avrebbe lasciato la band. Ma il disco volò in testa alle classifiche inglesi e americane, ingaggiando poi una strenua battaglia per il primo posto con il secondo album dei Led Zeppelin.
Riguardo all'uscita dalla band di John Lennon, in questi giorni pare sia spuntata una registrazione in cui lui, parlando con Paul e George (Ringo era in ospedale per
problemi intestinali) proprio in quei giorni stesse pensando a un nuovo album dei Beatles. Mah, poi la storia è andata in un altro modo. In questi giorni intanto esce What's My Name, ventesimo album solista di Ringo Starr.
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