Roma - Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, respinge l’annuncio di Gianfranco Miccichè che minaccia una nuova formazione politica. "In Sicilia nascerà il Partito del Popolo Siciliano, a Roma col Pdl", aveva spiegato il sottosegretario alla Presidenza in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della sera: "Abbiamo il dovere di fare qualcosa per la nostra Sicilia e per tutto il Sud Italia".
La posizione di Miccichè "E' arrivato il momento di rendere concreto il nostro lavoro degli ultimi due anni - sostiene Miccichè - abbiamo il dovere di fare qualcosa per la nostra Sicilia e per tutto il Sud Italia". Miccichè mette insieme due concetti, "entrambe veri, ma non uno conseguenza dell’altro: lascio il Pdl per dedicarmi interamente alla Sicilia e al Sud e non perché il partito è in mano al ministro La Russa". "Non chiederò a nessuno di uscire dai gruppi del Pdl di Camera e Senato - spiega Miccichè - Berlusconi non ha assolutamente nulla di cui trattare con me, non ha neanche bisogno di chiedermelo, perchè sa che la mia posizione è del tutto diversa da quella di chi ha fatto altre scelte, sa che sono più berlusconiano di lui. In Parlamento noi siamo nel Pdl e ci restiamo". "In Sicilia facciamo il Partito del popolo siciliano, perché convinti che sia la strada giusta per quella rivoluzione siciliana che non si è ancora compiuta, anzi non è nemmeno cominciata - conclude Miccichè - facciamo il partito solo nell’interesse del popolo siciliano".
La frenata di Cicchitto "Non credo che sia questo il momento di iniziative locali e parcellizzate - interviene Cicchitto - Miccichè ha dato molto politicamente a Forza Italia, può dare ancora molto ancora a Pdl. Casomai il problema nostro è di aprirci al confronto i moderati e ai riformisti che esistono anche al di fuori del centro destra, più che parcellizzare e localizzare delle vicende che hanno uno spessore politico e culturale maggiore". Per quanto riguarda i finiani, Cicchitto osserva: "Con i finiani c’è un elemento di dissenso che riguarda il partito. Ci auguriamo invece che rimanga una valutazione comune per quello che riguarda la leadership di Berlusconi, il governo e il sostegno al governo sulla base del fatto che anche loro sono stati eletti da un elettorato di centro destra che metteva assieme Pdl e Lega. Ci auguriamo che tengano conto di questo retroterra che hanno anche loro".
Una mano tesa all'opposizione Cicchitto ha teso una mano all’opposizione: "Guardiamo all’opposizione riteniamo che l’Udc possa superare la sua crisi tenendo conto del fatto che non potrà mai andare col centro sinistra, un centro sinistra dominato da ex comunisti e dalla presenza di Di Pietro. E cogliamo anche il dibattito che è in corso nel Pd dove è evidente che c’è un’area di componente cattolica che proviene dalla Margherita che si trova in una situazione di estremo disagio". Infine una precisazione sulla Lega Nord: "Quella della capitale al Nord è una battut i rapporti con la Lega sono ottimi come ha testimoniato il fatto che il cdm ha approvato la legge su Roma capitale con il consenso pieno dei leghisti".
Lo stupore di La Russa "Non capisco gli attacchi". Pur accettando le scuse di Miccichè, che nell’intervista al Corriere della Sera aveva rivelato la propria contrapposizione con il ministro della Difesa, definendolo "volgare e fascista", La Russa mostra tutto il proprio stupore. "Accetto le scuse di Miccichè, anche perché oggi per me non è una giornata di polemiche ma di dolore per la scomparsa del tenente Alessandro Romani - spiega il ministro della Difesa - resta comunque incomprensibile e fuori luogo il suo attacco tanto più che con lui non ho contatti, né buoni né cattivi, da oltre un anno".
«Non vorrei - aggiunge La Russa - che la parte politica della sua strana intervista fosse indirizzata verso quello che in gergo militare si chiama 'falso scopo' e in altri ambiti si definisce 'trasversale'. In ogni caso mio padre mi ha insegnato che le scuse si accolgono e anzi si offrono 'pane e sale' all’ospite"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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