Migliorano i conti dellAma, lazienda chiude il bilancio 2009 con un utile di esercizio pari a 1.088.427 euro. Scende lindebitamento bancario a breve periodo (dall87 per cento al 29 per cento del totale). Sale al 20,7 per cento la quota di raccolta differenziata in città.
I dati del bilancio 2009 di Ama sono stati resi noti ieri in Campidoglio dal presidente Marco Daniele Clarke e dallamministratore delegato Franco Panzironi. Lutile di esercizio è piccolo, ma significativo, in quanto è il primo conseguito dal lontano 2004. Il debito resta alto, ma il passivo annuo si dimezza (da 46 a 23 milioni) rispetto al 2008. «Il processo di ristrutturazione dellazienda ha seguito quattro direttrici - spiega Panzironi - la prima è il servizio di pulizia e raccolta rifiuti. Prima solo il 40 per cento della città veniva spazzato quotidianamente, oggi tutto ciò che cè attorno ai cassonetti viene portato via. Smaltiamo ogni giorno 581 tonnellate di rifiuti». Poi cè il riassetto societario, con lincorporazione di tutte le società facenti parte della galassia Ama (Amagest, Ama Fm, Ctr ) e con la dismissione definitiva della partecipazione in Ama International. Altro capitolo importante la ristrutturazione del debito bancario, «che complessivamente è salito da 550 a 608 milioni, sottolinea lAd, ma la spalmatura su un periodo a lungo termine ci ha portato a ricavare finanziamenti aggiuntivi per 60 milioni, riducendo il rischio di rimborsi non programmati».
Il miglioramento dei conti, infine, dipende anche dal piano di recupero crediti e di restyling tariffario che ha portato a aumentare del 5 per cento gli introiti dalla Ta.Ri. Un tasto doloroso, questultimo, per i romani, costretti a fare un altro buco nella cinghia dei pantaloni, già stretta allinverosimile, ma che lazienda giustifica con le necessità del piano di risanamento. «I costi del servizio rifiuti a Roma sono fra i più alti in Italia - ammette Panzironi - Ma scontiamo una pesante eredità delle amministrazioni passate: il fatto che Ama non ha un ciclo completo dei rifiuti». Il riferimento è alla discarica di Malagrotta, per il cui utilizzo Ama e Comune di Roma (che ne è proprietario al 100 per cento) pagano cifre spropositate ogni anno. In tutte le altre città dItalia, invece, le aziende sottraggono dai costi i ricavi. Ad esempio per luso del termovalorizzatore, il comune di Milano, che ne è proprietario. Per la discarica, il comune di Firenze. E così via. «Sono recuperi importanti che fanno scendere il costo del servizio, e abbassano di conseguenza la tariffa - spiega Panzironi - Ma questo non si fa in un giorno. Servono autorizzazioni, mappature». Per il momento è certo che sarà raddoppiato limpianto di compostaggio di Maccarese, portandolo fino a una capacità di smaltimento di 90mila tonnellate.
Altro dato su cui si misura da sempre la capitale con le città del Nord Italia, è la raccolta differenziata. Attualmente a Roma è al 20,7 percento, lobiettivo è quota 35 per cento entro il 2013. Sulla questione interviene anche il sindaco Gianni Alemanno: «La raccolta differenziata non elimina il problema di un nuovo impianto da costruire. Su questo rispondo alla Bonino che ha invitato il Comune a indicare un sito per una nuova discarica. Noi ci rifiutiamo di continuare la pratica incivile oggi in atto a Malagrotta. Il nostro obiettivo è il termovalorizzatore. Più volte abbiamo chiesto alla Regione lautorizzazione, ma non cè mai stata data risposta».
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