Una nuova tragedia dell'immigrazione riempie di cadaveri il Mar Mediterraneo. Mentre stavano cercando di raggiungere le coste pugliesi, gli scafisti di un barcone carico di clandestini somali hanno scaraventato in mare un gruppo di donne che si trovavano a bordo. Il cadavere di una è stato portato sulla spiaggia di Felloniche, mentre i corpi di altre tre immigrate sarebbero dispersi in acqua.
Intorno alle 3.30 della notte, secondo la ricostruzione della Capitaneria di porto, gli scafisti avrebbero fatto sbarcare i clandestini in tre punti diversi, tutti e tre in mare. Prima a Marina di Novaglie, in località Ciolo, dove un primo gruppo di immigrati è stato trovato sugli scogli, poi a Leuca e infine a Felloniche dove invece i rinvenimenti sono avvenuti lungo la strada. Due donne non ce l'hanno fatta ad approdare e sono rimaste in acqua. Il corpo di una di loro, che indossava un paio di jeans arrotolati e un reggiseno, è stato avvistato da un pescatore a Marina di Felloniche e recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Le ricerche delle altre disperse sono ancora in corso da parte della Capitaneria di porto.
"Queste tragedie dovrebbero portare tutti, soprattutto coloro che hanno la responsabilità politica, ad affrontare questi problemi, ad accelerare i passi, perchè queste tragedie non accadano piu. Non serve più solo dolore e pietà", ha detto il vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca monsignor Vito Angiuli, dopo aver benedetto il corpo della giovane immigrata morta durante lo sbarco. Il gruppo dei superstiti, portati nel centro di accoglienza "don Tonino Bello" di Otranto, è composto da 23 donne, dodici uomini e un bambino.
"Ci sia una soluzione globale di un problema che è indilazionabile - ha detto Angiuli - non si può più far finta di non vederlo. Le persone continuano ad abbandonare quelle terre mettendo in moto un esodo incessante dalle conseguenze spesso ormai tragiche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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