Eh no, signor Ibrahimovic. Non si fa così, non si può fare così. Adesso è diventato lui il nemico pubblico numero uno del Milan nello sprint dello scudetto. Dopo aver tradito la patria nella partita con il Bari, al rientro dopo la squalifica, lo svedese ne ha combinata un’altra delle sue. Una vera pazzia, la sua, dopo aver sbagliato un paio di gol dinanzi alla porta spalancata e incassato il giallo che di fatto lo eliminava dalla prossima sfida con la Sampdoria, sabato prossimo. È andato, per discutere di un dettaglio insignificante, verso l’assistente di Morganti e deve averlo insultato a sangue perché poi l’arbitro, su segnalazione di Nicoletti, lo ha espulso senza un attimo di esitazione. Andrà incontro a un altro castigo Ibra: prevedibili altri due turni di stop, contro Samp e Brescia. Meglio che a Milanello lo curino con belle tisane.
A quel punto, nel concitato finale, il Milan è rimasto in dieci (negli ultimi 8-10 minuti) e si è dovuto difendere con le unghie e gli artigli per tenere al guinzaglio la Fiorentina nel frattempo risalita nel risultato (tiro di Vargas deviato da Gattuso). E la seconda mattana di Ibrahimovic ha in parte rovinato la serata magnifica del gagliardo Milan, capace di rispondere alla marcia trionfale del Napoli e al ritorno dell’Inter con un successo limpido e cristallino, pieno di tecnica e di orgoglio, di pregevoli triangoli in velocità. Per un’ora è stato un Milan imperiale, capace di mettere al muro la Fiorentina e di costringerla a inseguire dopo la prima frazione.
Seedorf ha illuminato il gioco ed è andato a concludere direttamente sull’assist di Pato, il giovane Papero ha rimediato ad un errore di mira apparecchiando il 2 a 0 che è sembrato un macigno sulla sfida e anche sulle speranze di interisti e napoletani, tutti idealmente con la maglia viola sulle spalle. Ibrahimovic ha avuto la possibilità di mettere fine al suo digiuno e anche al suo periodo nero, nerissimo nella ripresa quando i viola si sono divisi in due tronconi per tentare una patetica remontada. Due volte ha avuto la palletta giusta per chiudere la sfida e anche i conti, due volte ha sbagliato mira, di poco ma ha sbagliato. E lì ha cominciato a perdere le staffe.
A un certo punto ha rimediato il giallo che doveva evitare condannandopsi alla squalifica contro la Samp, quindi ha sussurrato all’assistente qualcosa di irripetibile.
Allegri si è infuriato, per la prima volta. Nessuno, negli spogliatoi, potrà mostrargli solidarietà. Senza Ibra, anzi, contro Ibra, il Milan dovrà giocare lo snodo decisivo della stagione. E avrà bisogno delle migliori risorse, compreso Cassano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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