Il Milan del futuro: un portiere francese Ancelotti e Gattuso

nostro inviato a Milanello

«Lunedì avremo tutti le idee più chiare». Carlo Ancelotti affida al primo vertice societario fissato in via Turati (Galliani incontra Gattuso) il compito di scolpire lo scenario del prossimo Milan, nel frattempo definito dal risultato di domenica pomeriggio e dalle altre vicende di calcio-mercato. «Se sarà Uefa, l’affronteremo con lo stesso spirito della Champions» s’affretta a garantire Carletto. Forse perché, al di là delle apparenze, non si fida molto del Toro né della Fiorentina e considera perso l’airbus a Napoli, a causa di «una prestazione non prevista» definizione consolatoria.
«Da Gattuso mi arrivano segnali positivi, non mi preparo certo a perderlo» informa sempre Ancelotti che è il referente diretto sia del calabrese (oggi squalificato) sia del dirigente (Galliani), quindi in grado di valutare l’esito finale del negoziato. Di sicuro Ancelotti non si dimette («se lo facessero tutti quelli che non hanno vinto niente l’elenco sarebbe lunghissimo») né è pronto a fuggire «con una ballerina di flamenco», unica ipotesi presa in considerazione da Galliani per giustificare l’eventuale divorzio tra club e allenatore. Anzi sull’argomento, capita l’antifona, Carletto si diverte a precisare che l’eventuale fuga «è possibile con una ballerina di liscio». Gli unici che oggi, a San Siro, salutano il popolo rossonero sono Cafu e Serginho, passati già ieri mattina da milachannel prima di presentarsi nello stadio alle 14.30 per un abbraccio emozionante.
Così per accreditare l’idea di un Milan indipendente dalla Champions, Ancelotti può utilizzare la scelta di Flamini, passato dall’Arsenal al Milan nonostante l’incertezza della coppa da disputare (il francese anzi risponde per le rime a Wenger: «Chiesi il rinnovo e mi risposero che volevano tenermi sotto osservazione») oppure l’ultima dichiarazione di Kakà («tra due anni rivoglio la Champions»). A proposito: Kakà, deciso a giocare dietro la punta centrale, è «un’alternativa» al tradizionale schema del tre-quartista. Fino a qualche tempo fa Riccardino non voleva saperne, ora s’accorge che così risparmia corsa e si ritrova, fresco, più vicino alla porta. Le vere spine, semmai, riguardano il settore dei portieri dove si registrano alcune complicazioni. Dida, interpellato, ha rifiutato di rescindere il contratto nonostante l’offerta di una generosa liquidazione. Abbiati ha opposto lo stesso rifiuto a cambiare casacca al rientro da Madrid e lo si può capire: con Dida e Kalac in circolazione a Milanello è convinto di poter fare il titolare. E invece, sulla spinta, delle richieste dello staff tecnico, il Milan ha bloccato il giovane portiere del Nice, Hugo Lloris, 22 anni, contratto in scadenza nel 2009 e perciò con un costo ridotto (4-5 milioni di euro). Sarà il suo arrivo (definito uno stipendio da 1,8 milioni di euro per 4 anni) a spingere i due veterani, Dida e Abbiati, ad accettare eventuali altre offerte e a cambiare maglia. Alla porta di Lloris non ha bussato solo il Milan, ma anche il Lione e il Tottenham con la conseguenza di ricevere dal portiere francese, rivelazione di quel calcio, una risposta netta: «Io vado al Milan».
Sempre in Francia sta per tornare anche Johann Gourcuff, centrocampista, un tempo definito l’erede di Zidane e invece reduce dall’oscuramento avuto col Milan.

La società crede ancora in lui, lo staff tecnico meno: la scelta è quella di prestarlo al Bordeaux (che gioca la Champions) grazie alla promessa del tecnico Lauren Blanc di promuoverlo subito titolare al posto di Micoud.

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