La firma ufficiale potrebbe arrivare a fine stagione. Ma ci sono buone ragioni per credere che laccordo tra gli ambulanti e il consorzio Milan - Inter per combattere labusivismo fuori dallo Stadio di San Siro, venga siglato molto prima. «Il vice questore ci ha detto di stare tranquilli e che il contratto si farà - spiega il presidente della Federazione italiana ambulanti Confcommercio, Giacomo Errico al termine dellincontro di ieri in prefettura -. Ora si tratta di vedere se ci daranno le garanzie che abbiamo richiesto». Ovvero che durante tutte le manifestazioni che si svolgono al Meazza, sportive o di qualsiasi altro genere, non ci siano più le bancarelle abusive fuori e allinterno della zona di San Siro a danneggiare il lavoro dei regolari. Sessantaquattro per la precisione allinterno dellarea antistante lo stadio che pur di ripristinare la legalità, sono disposti a versare 550 mila euro allanno al consorzio Milan - Inter, sub concessionario della zona.
«Il campionato termina a maggio, cercheremo di sottoscrivere il contratto a stagione conclusa in modo da renderlo valido dal prossimo anno, o anche prima». Il tutto a patto che forze dellordine, Milan e Inter garantiscano di risolvere il problema gli abusivi, precisa ancora una volta Errico. Nei 550 mila euro sono compresi i costi di vigilanza, quelli del plateatico e per la pulizia. «È dal 2000 che il Comune di Milano ha dato in gestione al consorzio la zona antistante lo stadio - continua il presidente della Federazione ambulanti -. Essendo privata, la vigilanza urbana non è obbligata a venire. Noi abbiamo deciso di autotassarci per farla intervenire». Perché non ne possono più di vedere ridotti i loro guadagni per colpa di un centinaio di irregolari che non rispettano alcun tipo di norma. «Quando il prefetto emette lordinanza di non vendere birra per questioni di ordine pubblico - spiega Errico -, spuntano gli abusivi. Che non solo ne scaricano a vagonate, ma anche a prezzi più alti. Questo è il dramma».
I sessantaquattro ambulanti firmatari del contratto sottoscriveranno anche un «codice deontologico», una sorta di decalogo di buon comportamento. «Venderemo i prodotti ufficiali delle società sportive, gadget, magliette, sciarpe, gli alimenti dovranno rispettare le norme igienico - sanitarie.
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