Milan, con Ronaldo in campo è sempre una festa del gol

Il brasiliano segna anche di petto, Pirlo completa l’opera. Ancora due reti del Fenomeno ispirato dall’altro brasiliano Cafu piegano il Cagliari e tengono il Milan in piena corsa per la prossima Champions. Il Cavaliere: "Vi voglio padroni del gioco". Jordan, uno squalo tra due diavoli : "Il Manchester? Si può battere"

Milan, con Ronaldo in campo è sempre una festa del gol

da Milano
Quattro successi di fila, due fuori casa, due a San Siro, undici gol seminati nel giro di due settimane. Con questo fatturato, incoraggiante nella sostanza oltre che nei numeri e che gli consente di tenere in pugno il quarto posto nel campionato, il Milan risorto si presenta al cospetto del Manchester spaventapasseri. All’Old Trafford non c’è posto per lui, cioè per Ronaldo, si sa, ma la sua utilità è sotto gli occhi di tutti, anche degli sputa-sentenze che lo accolsero a Milanello tra ilarità irrispettose del grande Campione, con la c maiuscola. Da quando c’è lui a vestire i panni del Milan (esordio contro il Livorno), e a dare sostanza a un attacco rimasto senza polvere, i berlusconiani han fatto più punti dell’Inter, addirittura. Sette sigilli in dodici partite sono un contributo importante. E non c’è bisogno sempre di catturare l’occhio, di fare meraviglie, Ronie conosce la semplicità elementare del calcio. Fa gol a porta vuota o di petto, se proprio è indispensabile. Migliorato in modo vistoso dal punto di vista fisico. Non è un ferro vecchio, e ancor meno un ex fenomeno.
Sul turnover tutti d’accordo, da Ancelotti al presidente Berlusconi spuntato in tribuna. È una risorsa, bisogna sfruttarla, specie a tre giorni dal viaggio in Inghilterra. Il problema è chi lo merita (un esempio, Kalac, attento nel chiudere coi piedi su Suazo) e chi no (un esempio lo sciagurato Ricardo Oliveira che manca due golletti facili nel finale della prima frazione). Nel suo complesso, per mezz’ora, il Milan si diverte col Cagliari e diverte anche il pubblico che apprezza le giocate migliori capaci di mettere in risalto il buono stato complessivo del gruppo, stato fisico e lo smalto di alcuni uomini. L’attenzione maggiore del Cagliari sembra riservata a Ronaldo e non solo perché al primo pallone utile gli saltano addosso in quattro. A furia di sorvegliare lui lasciano giocare Seedorf che può apparecchiare una incursione con pallone orientato verso destra dove Cafu l’arpiona con l’uncino del vecchio pirata per poi scodellarlo davanti alla porta sguarnita tra le proteste dei cagliaritani, che rimproverano a Bergonzi il contrasto rude tra Cafu e Del Grosso. Ronaldo non fa molto per timbrare il cartellino: tocco misurato ed elementare e perciò festeggia con moderazione. A quel punto il Milan può chiudere il conto e, invece, il risultato resta in bilico perché Oliveira si dimostra meritevole delle esclusioni sin qui decise da Ancelotti: manca due volte, a colpo sicuro, il 2 a 0.
Il Cagliari si affaccia alla partita nella ripresa quando può lanciare la freccia Suazo nel contropiede, che è poi la sua specialità. Simic lo soffre e viene superato un paio di volte, Kaladze va in affanno e compie strafalcioni che depongono a sfavore del suo smalto. Finché resiste Gattuso (all’uscita c’è l’ovazione di San Siro, meritatissima), finché tiene banco Seedorf, fino a quando non si sgonfia Gourcuff, il Milan può imporre il suo palleggio raffinato. Se poi, a metà della seconda frazione, sul solito asse brasiliano Cafu-Ronaldo, capita la seconda palletta utile per il Fenomeno, allora il 2 a 0 è cosa fatta, anche se nell’occasione Ronaldo fa gol di petto e con grave responsabilità del portiere Chimenti. Nemmeno il tempo di mettere fuori gli ormeggi e il Cagliari si riapre la strada verso la rimonta con un rigore che non consente troppe discussioni. Kaladze, in grave ritardo su Capone, e con un intervento scriteriato in piena area, permette a Suazo di fare centro dagli undici metri e di rimettere in discussione per sei minuti la contesa. Che sia la serata no del georgiano, lo si capisce più tardi quando incassa il secondo giallo per una banale trattenuta dopo aver perso un pallone.
La pratica viene archiviata da Pirlo, un esperto balistico di certe punizioni.

Dev’essere la presenza di Chimenti (lo beffò in un famoso Milan-Juve 3 a 1, ottobre del 2005) a stimolare lo specialista che ritrova il gol su punizione dopo molte settimane e appena arrivato nel mischione per sostituire Seedorf e scaldare il piedino in vista di Manchester.

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