La solitudine, lo stress quotidiano, la mancanza di sonno, lo smog: c'è un «effetto metropoli» che pesa sui disturbi affettivi. E, ancora una volta, sono in particolare le donne, e le adolescenti, a finire nel mirino. Nelle grandi città, complice anche la vita frenetica, il rumore e la confusione perenni, «l'eco dell'era dell'imprevedibilità», dominata da eventi come la pandemia e la guerra in corso, si fa più forte. Lo raccontano in Lombardia, regione colpita per prima e più duramente dal Covid, i numeri di Milano, come riferisce Claudio Mencacci, co-presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di Psichiatria al Fatebenefratelli. A Milano si conta una popolazione di 600mila donne over 15 (e under 90): di queste soffre di depressione il 15 per cento, ovvero 90mila donne e ragazze. É quanto emerge dal corso dedicato ai «Disturbi affettivi di genere nell'era dell'imprevedibilità» organizzato dalla Sinpf e da Fondazione Onda con il contributo di Viatris.
La depressione viaggia al ritmo di 36mila nuovi casi perchè a Milano «si è sentita ancora più pesantemente - spiega Mencacci - la dissociazione sociale, l'isolamento» generato dalla pandemia. «Nelle aree urbane, poi, si sente di più anche il peso dell'inquinamento: ogni microgrammo di particolato è un 13 per cento di depressione in più», avverte. E ancora, pesa il fatto che nel contesto metropolitano «si dorme molto di meno e il sonno è un fattore potenzialmente di rischio per la depressione. E poi ci sono tutte quelle condizioni ambientali che aumentano l'isolamento sociale, portano a una riduzione dal punto di vista del supporto sociale. La solitudine è un fattore di rischio molto alto per i disturbi affettivi». Si tratta fondamentalmente di depressione e disturbi d'ansia gravi, che «stanno colpendo sempre di più le giovanissime, ovvero ragazze tra i 15 e i 18 anni - spiega Mencacci -. Abbiamo visto un aumento soprattutto tra le giovani donne di depressione, ma sono cresciuti anche i comportamenti autolesivi, come i tagli, e i disturbi del comportamento alimentare e un aumento dell'utilizzo di alcol».
I disturbi affettivi sono una delle principali cause di quella che gli esperti chiamano «sindemia»: una sorta di mix tra gli effetti «fisici» della pandemia e ciò che essa ha provocato, tra cui altre patologie, sanitarie ed emozionali, con un forte impatto di natura sociale, ambientale, relazionale, acuite oggi dall'incertezza per lo scenario internazionale. Tra i temi affrontati l'ansia di genere, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nelle ragazze, ma anche i riflessi lavorativi e socioeconomici causati dalla depressione.
È importante «sensibilizzare», l'appello di Mencacci e far emergere il sommerso. Meno del 50% delle donne che sviluppano depressione accedono al trattamento e meno della metà delle donne in cura è aderente ai trattamenti.
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