Chi ha avvelenato la campagna elettorale? Quelli che raccontano balle. A forza di bugie finisce che i nervi saltano. Ecco da dove arriva la tensione che si respira in giro. Balle. Come quelle che parlano di un voto cattolico in fuga dal Pdl. E chi se ne frega se il Papa fa sapere che la Chiesa non si schiera. Balle. Berlusconi ha fatto la campagna elettorale sulla giustizia. Ma chi ha collocato i processi a ridosso del voto?
Berlusconi è quello che ha voluto politicizzare la campagna elettorale. È quello ideologico. È quello dell’uno contro tutti. Balle. È l’opposizione che con queste amministrative spera di tagliare la testa al premier. Parla di sindaci ma pensa solo a Palazzo Chigi.
Stessa storia per i toni alti, fuori dalle righe. Anche qui la vulgata dice che la colpa è sola e tutta di Berlusconi. Si enfatizzano le parole, ma non si guardano le azioni, quelle vere, le aggressioni di Milano o gli atti vandalici, e incendiari, di Napoli, con la sede elettorale di Lettieri messa a ferro e fuoco, con bengala e benzina. Queste cose vengono minimizzate. Non fanno rumore. Non creano scandalo. Lo scandalo è solo quello del Cav, che va all’estero e parla di «dittatura dei giudici». Vergogna, dicono. Così si infama l’Italia e le sue istituzioni. Dittatura? Ma siamo pazzi. Nessuno ricorda quando a parlare di dittatura, tutti i santi giorni, erano invece gli intellettuali radical e i benpensanti di Repubblica. In quel caso l’Italia, il premier, le istituzioni e il buon nome del Paese non venivano infangate. Balle. E ipocrisia.
I rom con la borsa «voto Pisapia» sono naturalmente figuranti pagati dal Pdl. Poi si scopre che è tutto vero. Ma per il candidato sindaco non conta. C’è sempre dietro la regia dei cattivi. È, guarda caso, la stessa cosa che sostiene De Magistris sui piromani di Napoli. La morale è che il Pdl è responsabile di ogni cosa: le parole sue e le azioni degli altri. Balle.
Quello che è capitato a Giovanni Orsina, storico e accademico della Luiss, è emblematico. Sono cinque anni che scrive editoriali sul Mattino. Questa volta gli capita prima del ballottaggio.
Non basta l’analisi politica. Serve uno sganassone a Berlusconi e per darlo gli aggiungono trentuno righe senza neppure avvertirlo. Il finale è paradossale. Tutti a consolare Il Mattino infangato. Balle? No, veleno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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