Al via il Milano Film Festival La carica dei giovani registi

La rassegna, che compie 10 anni, vede in concorso lungometraggi e corti dei nuovi talenti internazionali. Ma propone anche retrospettive, incontri e iniziative per bimbi

Patrizia Rappazzo

Decimo compleanno per Milano Film Festival, la manifestazione che prenderà il via al Teatro Strehler e nel Fossato del Castello Sforzesco, domani e si protrarrà per dieci giorni consecutivi trasformando la città in una vera e propria isola di cinema. Realizzata con un budget di 600mila euro, con il sostegno del ministero dei Beni Culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune, Piccolo Teatro di Milano e numerosi sponsor (tra cui Canon e Birra Moretti), il festival meneghino, ormai divenuto un punto di riferimento per il giovane cinema internazionale, vive grazie anche alla collaborazione di numerosi volontari provenienti da tutte le parti d’Italia per lavorare alla realizzazione di un evento ricco di sollecitazioni per le numerose contaminazioni di linguaggi, generi e culture differenti. Numerosissime le opere in programmazione disseminate in altrettante sezioni ed eventi paralleli, a testimoniare la vitalità del cinema internazionale realizzato da giovani cineasti di età compresa tra i 25 e i 40 anni. Un cinema che spazia nella geografia del mondo e nelle sue storie a partire da due concorsi (la giuria composta da Daniele Gaglianone, Gianfilippo Pedote e Gabriella Giandelli giudicherà 6 lungometraggi, tra cui Mantenidas sin suenos di Martin Desalvo e Vera Fogwill, storie di tossicopendenza nell’Argentina dei nostri giorni e Red coloured di Grey Truck, prima coproduzione serbo/croata, sulle tracce di un camion rosso attraverso i Balcani sull’orlo della guerra; il gruppo Studio Azzurro invece, sceglierà il vincitore tra 45 cortometraggi selezionati da ben 24 Paesi).
A essi si affianca un progetto di «rinnovamento del mondo» con la sezione Motion&picture against poverty (12 titoli - suddivisi in due giorni, il 17 e il 18 - di programmazione e incontri, tra cui quello con un videomessaggio di Kofi Annan il 23), che affronta i temi della campagna delle Nazioni Unite No Exuse 2015, «per sconfiggere la povertà nel mondo (da segnalare Women of the Holy Kingdom della regista pachistana Shermeen Obaid Chinoy, sul movimento di liberazione della donna in Arabia Saudita; e Shipbreakers di Micheal Kot, girato in India, in cui donne e uomini rottamano le petroliere e gli incrociatori di tutto il mondo per pochissimo denaro al giorno.
Spazio di rilievo con la retrospettiva Le Festival du film Maudit di Biarritz, un omaggio in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana, al primo festival di cinema d’autore diretto nel 1949 da Jean Cocteau e la collaborazione di Orson Welles (tra gli altri, Ossessione di Visconti, Guernica di Alain Resnais e Initiation à la danse des possedeis di Jean Rouch). Il cinema diventa schermo di denuncia di lotta e di speranza, con Le colpe di Stato, sezione panoramica raccontata da 7 documentari sul terrorismo internazionale.
I classici del cinema fuori concorso sono testimoniati da Incontri italiani, con le opere di 21 giovani autori del nuovo corso del nostro cinema e il Salon des Refusés, spazio dato in autogestione a oltre 50 registi di lavori non selezionati. Sezioni collaterali, invece, quelle dedicate ai videoclip e la Maratona animazione, che replica il felice esperimento delle scorso anno.
Novità di questa edizione la Borsa Democratica del Cinema, mercato atipico «che non impone regole, ma vuole reiventarle», creando uno spazio di scambio, conoscenza e confronti tra i vari addetti ai lavori.

Nuovi incontri e progetti potranno nascere anche alla Casa dei registi e con l’Aperitivo in concerto, al sagrato e ai fossati; e uno spazio sarà dedicato ai più piccoli con proiezioni e laboratori scelti apposta per il giovanissimo pubblico.

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