Milano con più parchi e meno cemento: dopo trent’anni avrà il piano regolatore

Il nuovo pgt sarà votato in aula il 28 giugno Accordo in extremis con l’opposizione. Moratti: «È la prova che la maggioranza sa governare anche con ascolto e mediazione»

Milano con più parchi e meno cemento: 
dopo trent’anni avrà il piano regolatore

Chi ha passato le ultime due settimane seduto al tavolo delle trattative festeggia sulle note di «siamo fuori dal tunnel», facendo dell’ironia sul collegamento sotterraneo tra Linate e Expo che era il vero nodo al Piano di governo del territorio. Chi invece non avrebbe concesso tanto all’opposizione se il costo era stravolgere il documento (come Franco De Angelis del gruppo misto) lo declina in «Piano Grandemente Trattabile». Fatto sta che sull’adozione del Pgt in consiglio comunale da ieri c’è finalmente la certezza e pure una data: via libera il 28 giugno. In dieci sedute si discuteranno 19 maxi-emendamenti bipartisan (dei 1.100 depositati ne resteranno circa un centinaio) per ogni tema che in base all’accordo verrà corretto: dal parco sud dove l’indice di edificabilità scenderà dallo 0,2 a 0,15 al tunnel che non viene stralciato dal piano ma l’adozione è rinviata al Piano di mobilità urbana, e verrà precisato che sono esclusi fondi di enti locali. Aumenta di un milione di metri quadrati il verde e si abbassa di tre milioni di metri cubi il cemento nei quartieri di futura realizzazione. Ancora: più housing sociale, visto che nei nuovi quartieri il 35% degli alloggi dovrà essere destinato ai ceti medi e bassi (allo scalo Farini il 25%, ma lì nascerà anche un maxi-parco urbano) e il vincolo a investire le plusvalenze dalla vendita degli scali Fs dismessi alla creazione della circle line, un passante ferroviario in città.
Dopo mesi di stallo in aula e due settimane di braccio di ferro tra gli schieramenti, ieri l’accordo è arrivato intorno alle 16, mezz’ora prima che in aula suonasse la campanella. Pd e sinistra radicale voteranno contro ma hanno strappato una serie di modifiche che li ha convinti a lasciare che Pdl, Lega e Udc si approvino il Pgt e in una data concordata. Sul parco Sud le posizioni restano inconciliabili e si manifesteranno in consiglio (in primis da Milly Moratti), ma il tempo di una seduta. L’assessore all’Urbanistica Carlo Masseroli e i membri del Pdl che hanno condotto la trattativa (Giulio Gallera, Carmelo Gambitta e Alberto Garocchio) tirano il fiato. «È un momento molto importante per Milano, potrà beneficiare di uno sviluppo più armonioso e fatto nell’interesse pubblico, sarà più verde, con più housing sociale, infrastrutture e servizi sociali più vicini a casa» assicura il sindaco che ieri è scesa in aula. Letizia Moratti sottolinea che «è anche la dimostrazione che la maggioranza è capace di governare, questo significa essere capaci di ascolto e mediazione. Anche l’opposizione ha lavorato nell’interesse della città. Non sono mai stata pessimista». Il tunnel «resta nel Pgt e il suo futuro sarà deciso con il Pum, escluso il ricorso a fondi pubblici». Critica Carmela Rozza del Pd: «Se fosse stato per lei il Pgt non sarebbe mai passato, se ne è disinteressata». Il capogruppo Pdl Gallera festeggia: «Abbiamo trovato una sintesi in cui ciascuno ha dato il proprio contributo positivo» . «Soddisfatto» anche quello della Lega Matteo Salvini: «Chiedevamo meno cemento, specie al parco Sud, ma insistiamo perchè il nuovo costruito sia a risparmio energetico» e da qui ieri è ripartito il dibattito in auia.

Dopo l’adozione si aprirà la fase di raccolta delle osservazioni, poi il Pgt tornerà in aula: «Non scommetto che sarà approvato entro fine mandato, lanceremo un appello ai cittadini a inondarlo di osservazioni» avverte il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino.

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