Filippo De Bellis, 26 anni, consigliere comunale del Municipio 5, lei è passato una decina di giorni fa a Forza Italia. Perché questa decisione?
«Perché oggi rappresenta il partito più liberale in grado di intercettare le istanze del centrodestra e di un elettorato di partite Iva, commercianti, imprenditori. Può rappresentare anche i giovani che sono i grandi assenti delle ultime tornate elettorali».
Come mai un cambio in questo momento?
«Libertà e democrazia sono i valori della mia linea politica. Quando sono entrato, la Lega incarnava questi valori, ma poi sono cambiate alcune dinamiche. Credo che Fi sia più proiettata verso il futuro, i giovani e il rinnovamento e che dia maggiore autonomia e indipendenza agli iscritti. Non solo, trovo anche attraente il percorso di cambiamento intrapreso a livello regionale dal coordinatore Alessandro Sorte. Non è mai facile cambiare partito, ma io amo le sfide e mi guadagnerò la stima e il rispetto con le mie proposte».
Antonio Tajani è stato eletto segretario del partito.
«È la figura migliore per traghettare il partito verso le importanti sfide che lo attendono. Giusto che lui sia segretario e che presidente resti per sempre Berlusconi, una figura impossibile da sostituire».
Puntate sui giovani?
«Affrontando temi come i diritti civili, la transizione ecologica e il caro affitti in modo razionale e con proposte concrete che sappiano andare al di là delle ideologie».
Cioè?
«Non basta dire no, bisogna presentare proposte concrete. La Lega mi ha fatto maturare tanto in questi anni, ma credo che manchi al partito una prospettiva futura della città. Le ultime campagne elettorali sono state condotte in modo distruttivo: è mancata, intendo, la parte propositiva e questo si vede dal calo dei consensi».
Facciamo un esempio?
«Non sono contrario per ideologia alle piste ciclabili. Certo, vanno realizzate in modo razionale, ragionato e sicuro. Ma non ho preclusioni».
In Fi le hanno già dato la delega regionale alla Sicurezza. Cos'ha in mente?
«Ho già contattato i referenti provinciali e milanesi per organizzare incontri. Penso al ripristino del vecchio vigile di quartiere, intermediario tra le istituzioni e i cittadini, che possa raccogliere segnalazioni dal territorio: dalle buche per strada a una denuncia per violenza domestica. Si potrebbe apporre una targhetta sotto la targa degli amministratori di condomino con il riferimento e il numero del vigile di zona. I cittadini hanno bisogno anche di questo: avere un interlocutore facile da trovare. Questo garantirebbe anche un presidio di sicurezza territoriale».
Un'altra proposta?
«Il campo rom di via Chiesa Rossa diventi regolare. Nel 2015 il Comune ha deliberato canoni agevolati per acqua, luce, Cosap e raccolta rifiuti a vantaggio di questi abitanti, ma si è scoperto che nessuno di loro paga quanto dovuto. Quello che dico è: trattiamoli come cittadini italiani quali sono, quindi con gli stessi diritti e doveri di un cittadino».
E per i giovani?
«Un prestito d'onore per permettere loro di pagare l'università. Siamo al penultimo posto in Europa per numero di laureati: molti ragazzi abbandonano gli studi perché non possono permetterseli. Propongo un prestito di 20mila euro per 5 anni a chi abbia la media del 28 e un reddito Isee inferiore ai 15mila euro».
La transizione ecologica?
«A Milano quando si parla di ambiente si pensa sempre e solo alle limitazioni alle auto, ma il Comune si dimentica che l'80 per cento delle emissioni viene dalle caldaie, molte ancora a gasolio.
Con i proventi dell'incremento di Area C e della nuova politica sulla sosta e dai dividenti di A2a che fruttano 60 milioni ogni anno, il Comune potrebbe istituire un bonus a fondo perduto e a credito di imposta per la sostituzione delle caldaie a gasolio con quelle a condensazione. Si otterrebbe un immediato taglio del 20 per cento delle emissioni».
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