Deve ancora pedalare parecchio Milano. E non sulle due ruote. Bocciata dall'ultimo rapporto di Legambiente: ha conquistato il secondo posto nella classifica tra le città più inquinate, con i suoi 84 giorni di sforamento dei limiti normativi del Pm10. Peggio di lei, solo Torino. Poi a scendere altre 29 città «fuorilegge» su 95. Milano comunque è sempre sul podio. Bocciata nonostante i milanesi ce l'abbiano messa tutta, schiacciati tra un'area B e un'area C, tartassati da gabelle mascherate da norme salutiste e spinti a darsi ai pedali, volenti o nolenti sono balzati in sella a una qualche due ruote. Sono tutti «più» davanti alla vendita di biciclette tradizionali o motorizzate, cicli, scooter, monopattini.
E Milano brilla in testa a tutti i Comuni d'Italia per le bici in sharing con 4 milioni di prelievi nel 2021 e in quanto a monopattini sia la seconda città in Italia (dopo Roma) a schierare e utilizzare una discreta flotta (5.250). I dati dell'Osservatorio Focus2R, nella ricerca promossa da Ancma, l'Associazione nazionale ciclo motociclo, con Legambiente parlano infatti di un paese cresciuto del 59 per cento per la mobilità a due ruote, con oltre 1,9 milioni di biciclette vendute nello scorso anno (in Italia), con una crescita del 5% per le e-bike, mentre ciclomotori, scooter e moto ripetono il successo dell'anno precedente con oltre 291 mila veicoli immatricolati (+0,95% su 2021).
Eppure c'è da pedalare. E non solo contando i milligrammi di Pm10 e dintorni o allungando le piste ciclabili ma misurando anche la sicurezza fuori e dentro i cordoli. «Da questo lavoro - ha sottolineato il presidente di Ancma, Paolo Magri - è evidente che le due ruote sono sempre più una risposta alla nuova domanda di spostamenti che viene dalla città: per questo chiediamo maggiore attenzione e guardiamo con preoccupazione ai tagli degli investimenti su infrastrutturazione ciclabile e sicurezza».
Nel rapporto «Mal'Aria» di Legambiente Milano e Cremona, le due città fanalino di coda in Italia per il pm10, devono abbattere, rispettivamente, del 43 per cento e del 42 per cento le loro concentrazioni di inquinante per rientrare nei parametri della normativa che sarà in vigore dal 2030. «Nessuno vuole fare la guerra alle auto - ha commentato il sindaco Sala - ma noi abbiamo un traffico che è fatto di troppe auto, è una situazione che si è determinata in decenni e che si risolverà non in decenni ma in qualche anno di lavoro, bisogna investire sul trasporto pubblico e io sono determinato ad andare avanti».
La risposta è arrivata dall'assessore regionale all'Ambiente, Raffaele Cattaneo: «Guardando ai singoli territori rispetto al biossido di azoto, si è vista una situazione in miglioramento, con l'eccezione di Bergamo, che vede un peggioramento, e di Milano, in cui il livello è stabile.
Evidentemente i provvedimenti di restrizione del traffico nel capoluogo lombardo, tanto elogiati da Legambiente non hanno ancora portato a quei miglioramenti significativi, tanto pubblicizzati, rispetto alla situazione degli altri territori della regione».
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