Ma davvero i milanesi - per pavidità, sfiducia nelle istituzioni, omertà - hanno la denuncia difficile? Davvero, di fronte a reati grandi e piccoli, tendono a girarsi dall'altra parte? La storia di Mbaye Mamadou Sole, ambulante senegalese, arrestato sabato scorso dietro piazza della Scala, sembra raccontare una realtà diversa.
Mamadou ne faceva di tutti i colori: soprattutto contro le donne. Se una ragazza o una signora rifiutava di comprare i suoi libri di ricette o di favole la insultava, la maltrattava, le sputava addosso. Molte vittime hanno probabilmente subito con rassegnazione. Ma ben diciotto di esse lo avevano denunciato alla magistratura. Diciotto. Senza che accadesse assolutamente niente.
Perchè Mamadou finisse in cella c'è voluto che picchiasse una pattuglia di poliziotti, che erano andati a cercare di notificargli provvedimento, che sarebbe risultato probabilmente inutile quanto i precedenti, se Mamadou non avesse reagito male. Il giovanotto, che non è affatto scemo, finora aveva sempre dimostrato di saper bene con chi permettersi certe maniere. Faceva il prepotente con le donne sole ma quando lo convocavano al commissariato di piazza San Sepolcro era gentile e disciplinato. Invece sabato è saltato addosso agli agenti. Ed è finito in cella.
É chiaro che Mamadou non è paragonabile a Kabobo, l'assassino del piccone. E i suoi reati appartengono indubbiamente alla sfera della microcriminalità. E proprio sulla denuncia dei reati minori si misura la credibilità del rapporto tra cittadini e istituzioni; è sulla fiducia nella capacità dello Stato di proteggerci dalle violenze quotidiane che si distingue una città sicura da una dove alligna la malapianta della rassegnazione.
Non erano rassegnate, evidentemente, le diciotto donne che in questi anni hanno denunciato Mamadou. Disarmante è la risposta che hanno ricevuto. Il giovanotto arriva a Milano dall'Emilia, con un permesso di soggiorno per attesa occupazione rilasciato dalla questura reggiana, che scadrà il prossimo agosto. Qui si impossessa di una zona, tra via Filodrammatici e piazzetta Cuccia, dove impone la sua legge. All'ennesima denuncia, la questura gli rifila il foglio di via, cioè il divieto di risiedere a Milano.
Mamadou per un po' se ne torna al paese d'origine, poi rieccolo a Milano come se niente fosse, e torna a collezionare denunce. A quel punto accade una cosa bizzarra, perché gli viene revocato il foglio di via e gli viene imposto l'obbligo di firma in commissariato: l'esatto contrario della misura precedente, la garanzia che il giovanotto non se ne vada da Milano. Lui, ovviamente, obbedisce. Torna al suo posto di lavoro: vende, insulta, «cicca» addosso alle sue vittime. E sarebbe ancora lì, se invece che con una signora indifesa non avesse deciso di prendersela con due poliziotti.
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