Gli "affitti brevi" a medici e infermieri

Spariti i turisti, le agenzie offrono le case gratis o a prezzi molto scontati

Gli "affitti brevi" a medici e infermieri

Trecentocinquanta medici in arrivo. Da Cuba, dalla Russia e da altre regioni d'Italia. Infermieri e personale sanitario o semplicemente cittadini che vogliono mettersi in quarantena senza contatti con il resto della famiglia: il circuito delle case in «affitto breve» a Milano rimane molto attivo in questo periodo difficile per la città, anche se per motivi ovviamente gravi e diversi. La prontezza di spirito e il dinamismo caratteristici dei milanesi si fanno notare, insomma, anche in situazioni poco gioiose. Così le maggiori agenzie specializzate nel settore dell'«affitto breve» hanno già messo in atto condizioni di affitto vantaggiose per medici e infermieri, applicando sconti anche a quei cittadini che volessero mettersi in auto quarantena uscendo dalla propria abitazione.

«Il grande tema è la gestione e della crisi spiega Guido Edoardo Alliata, 40 anni, che ha fondato «RentClass» (www.rentclass.com) già nel 2005, quando il mercato degli affitti brevi era agli albori -. Bisogna combattere il panico con delle idee nuove, adatte a risolvere la situazione contingente. In confronto alle crisi degli anni 2008, 2012 e 2014 questo è quasi uno stato di guerra».

E quindi? «Abbiamo mandato una mail ai proprietari delle cento case di più alto profilo che gestiamo a Milano informandoli che avremmo voluto abbassare del 50 per cento i prezzi a chi fosse impegnato direttamente nella lotta al Coronavirus. Medici e infermieri, persone che vanno in auto quarantena o sane, ma rimaste bloccate in città per questo periodo: ci fidiamo, basta la telefonata, non è un periodo adatto agli scherzi e la maggior parte di questi nostri proprietari ha aderito».

Al punto che anche il Comune di Milano ha mandato una precisa richiesta alle agenzie di affitto breve per venire incontro alla situazione di emergenza e lo scorso 18 marzo ha trovato un accordo con Airbnb.it, la piattaforma dedicata all'ospitalità online, per la gestione del periodo difficile con le agenzie che vogliono aderire: così il personale medico e ospedaliero che dovrà trasferirsi temporaneamente a Milano per fronteggiare l'emergenza Coronavirus sarà accolto gratuitamente.

«OspitaMi», associazione di volontari nata nel 2015 per promuovere l'home sharing in modo responsabile a Milano (www.ospitami.it) affiancherà le diverse agenzie con informazioni e supporto. Jacopo Dossena, 29 anni, che nel 2015 ha fondato «Casa da suite» (www.casadasuite.com) agenzia specializzata in affitti brevi in particolare a Milano (84 case), Venezia e anche con ville sul Lago Maggiore, ha aderito alla proposta del Comune: «Il 19 marzo ho mandato una mail ai proprietari delle case che affitto e un buon 70 per cento ha immediatamente visto l'iniziativa di buon occhio». Il proprietario lascia il suo appartamento gratis, Airbnb.it paga le bollette e l'agenzia si occupa della pulizia.

Anche «Casadasuite» applica

tariffe agevolate a chi vuole uscire dalla propria abitazione per quarantena o non riesce a tornare nella sua città o paese data l'emergenza. Per ora si prevede che l'accordo con il Comune, partito il 18 marzo, durerà due mesi.

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