All'Arabesque la storia del bijoux Dalla Belle Époque fino agli anni '80

Dalle mini borse create per Jacqueline Kennedy, al bracciale con le camelie disegnato per Carmen Miranda, fino ai tanti pezzi originali di Yves Saint Laurent. Nella mostra «À la recherche du bijou perdu», appena inaugurata nella Design Gallery de L'Arabesque c'è tutta la storia del bijou antico dagli anni '20 agli anni 80, epoca in cui un pezzo di bigiotteria poteva essere prezioso e raffinato come un gioiello. Siamo in Largo Augusto 10, nel negozio-galleria di culto fondato dall'eclettica Chichi Meroni, che ha raccolto oltre 250 pezzi originali per raccontare l'evoluzione del bijou nella storia, ispirandosi ad alcuni disegni di Saint Laurent. Sopra ogni teca che contiene pezzi unici di straordinario valore, campeggia infatti un disegno originale dello stilista. Bozzetti che scandiscono il percorso (suddiviso per temi) di questo fantastico viaggio nella cultura della bijouttie. La mostra trae ispirazione proprio da qui, come racconta Chichi Meroni: «Prima della fine di quest'anno che ha visto dedicare a lui i Musei di Parigi e Marrakech, ho desiderato fare un tributo a Yves Saint Laurent, lo stilista che più di tutti ha influenzato la moda contemporanea con il suo stile, i suoi colori e sua la fantasia senza fine. Ho immaginato la ricerca che Saint Laurent ha fatto a sua volta per creare i suoi meravigliosi bijou.

È da lì che sono risalita a quella fuggevole idea ricreando mondi legati a quegli schizzi». Protagonisti della mostra anche alcuni fra i marchi più famosi come Trifari, Joseff of Hollywood, Schiapparelli, Mittler, Eisenberg, Ettore Sottsass. PDO

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