Un altro presepe pro-migranti: ​Gesù tra barconi e filo spinato

A Milano spunta un presepe con la Sacra Famiglia su un barcone in mezzo al mare. Ira di Silvia Sardone: "Messaggio ideologico"

Un altro presepe pro-migranti: ​Gesù tra barconi e filo spinato

A vederlo su un barcone San Francesco d'Assisi sarebbe rabbrividito. Quando nel 1209 a Greccio, in Umbria, mise in piedi il primo presepe della storia, la natività l'aveva immaginata in una grotta. "Scegli una grotta dove farai costruire una mangiatoia ed ivi condurrai un bove ed un asinello, e cercherai di riprodurre, per quanto è possibile la grotta di Betlemme!", disse il poverello al castellano Giovanni Velita. Semplice e umile. Non c'erano neppure Giuseppe e Maria a fianco del bambinello perché Francesco non voleva si facesse "spettacolo" della nascita del Cristo.

Da san Francesco ai pro-immigrazione

Ecco, lo "spettacolo" evitato all'ora si è trasformato in una farsa oggi. In una continua rivisitazione del presepe in salsa idologica. Lo hanno messo dappertutto, quel bambinello. In mezzo al mare, tra una coppia omosessuale, sui barconi, sulle zattere o in mezzo a un campo profughi. Ogni anno la stessa storia e l'identico copione stanco: la Natività utilizzata a fini politici è il metro di un contesto storico in cui tutto può essere usato per battaglie ideologiche.

Il presepe a Milano

L'ultimo caso arriva da Milano, come denuncia Silvia Sardone. Alla "Casa della Carità di Via Brambilla è spuntato un presepe con la Sacra Famiglia sopra un gommone in mezzo al mare". Dalle onde spuntano quelle che sembrano le mani di migranti in difficoltà. "Per loro non c'era posto", è il sottotitolo apposto sotto il filo spinato.

"Il Presepe politico è solo l'ultima trovata per fare becera propaganda di sinistra - attacca il consigliere comunale e regionale del Gruppo Misto - l'ennesimo tentativo per oscurare le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra cultura e i nostri valori con messaggi distorti. Tra l'altro che i genitori di Gesù non fossero profughi è cosa nota e quindi reinterpretare il Presepe per fare politica è veramente squallido".

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