Altro che «A volte ritornano», questi «ritornano» sempre. Scacciati dalla polizia dopo un drammatico sgombero culminato in guerriglia urbana, i circoli anarchici «Corvaccio» e «Rosanera» di via Ravenna sono tornati a riprendersi uno spazio. Sempre dell'Aler, un ex mobilificio, sempre al Corvetto, loro personale riserva di caccia. E adesso ricomincerà la solita trafila: l'Azienda chiederà di tornare in possesso dello stabile e la questura interverrà, scontrandosi con gli antagonisti.
Il duro braccio di ferro tra anarchici e polizia ha come prologo l'assalto alla sede Pd di via Mambretti dell'11 novembre, dove anziani inquilini stanno incontrando un funzionario dell'Aler. Un gruppo di incapucciati fa irruzione scaricando un estintore, costringendo alla fuga dalla finestra, per fortuna al pian terreno, i vecchietti terrorizzati. I sospetti cadono sugli squatter di via Ravenna e infatti due militanti di 24 e 28 anni, verranno poi identificati e denunciati dai carabinieri. E il 18 novembre scatta il blitz. Tutto bene al «Rosanera», trovato deserto, meno al «Corvaccio» dove alcuni militanti che reagiscono.
In breve accorrono altri antagonisti, che scatenano la guerriglia urbana: lanci verso gli agenti, cassonetti alle fiamme, cariche e lacrimogeni. In queste concitate fasi una romena incinta di 37 anni dichiara di essere stata manganellata dalla polizia e dopo due giorni abortirà alla Mangiagalli. Anche se i medici non troveranno segni di quel pestaggio tanto sbandierato dai «rivoltosi». Entrando così anche loro, insieme a polizia, magistrati, giornalisti nel mirino della «controinformazione» per essere anche loro «servi del potere». A onor del vero alla lista vanno aggiunti anche i vigili del fuoco colpevoli di partecipare alle operazioni di sgombero. Sempre durante gli incidenti del 18, un'autopompa viene attaccata e si ritrova con le gomme bucate e gli specchietti in frantumi, mentre una sede viene assaltata quella stessa notte a colpi di pietre e petardi. Ma la giornata è tutt'altro che finita. Nei tafferugli, tre ragazzi di 27, 28 e 33 anni vengono arrestati, e subito scarcerati dalla magistratura, altri quattro di 21, 23, 24 e 26 anni denunciati. Un corteo serale, diretto a San Vittore, viene bloccato in via Torino con altre cariche e lancio di lacrimogeni.
Non sono gli unici sgomberi finiti in incidenti: in precedenza sono volate botte in via Salamone e in via Vespri Siciliani, poi a San Siro e al Giambellino. Seguiti giovedì 27 da presidi e fiaccolate in dieci differenti quartieri. In questo contesto ieri mattina gli anarchici vanno a prendersi la loro nuova sede. Un ex mobilificio di proprietà dell'Aler ricominciando così il solito gioco dei «Quattro cantoni». Era già successo ai «cugini» insurrezionalisti di «Lab Zero» che dopo lo sgombero andarono a occupare in via Savona, Giannone, Cola di Rienzo per fermarsi poi in via Watt 6 sui Navigli. Idem come sopra per lo «Zam» che peregrina tra via Olgiati, via Santa Croce, via Tito Lucrezio Caro per fermarsi, in via Sant'Abbondio 10 in Chiesa Rossa. Più contenuti i movimenti del «Lambretta»: cacciati, tornati e ancora cacciati dalle palazzine liberty di piazza Ferravilla, hanno ora trovato casa in via Cornalia 6 all'Isola.
Ora ci si attende una pausa, almeno fino a sabato
quando la galassia antagonista scenderà in piazza per manifestare contro gli sgomberi. Giornata di tensione che sarà bissata domenica quando i centri sociali, come annunciato, cercheranno di rovinare la Prima della Scala.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.