Asilo nido assediato nel «buco nero» di via Gola

Abusivi e ponteggi, i genitori delusi: «Insegnanti eroiche ma Palazzo Marino non fa niente»

Alberto Giannoni

Un asilo assediato dal degrado. E i genitori preoccupati, delusi, ma anche pronti a darsi da fare. Via Gola sembra sprofondare. E con essa speranze e illusioni. «Via Gola è un buco nero» ha detto l'assessore Carmela Rozza sei mesi fa, dando ragione alle proteste dei cittadini nel corso di uno degli incontri dedicati alla sicurezza. «Un buco nero da risolvere - aveva ammesso - una cosa su cui non mollerò». Al centro di quel buco nero, purtroppo, si trova quanto di più fragile e delicato ci possa essere: il futuro di tanti bambini. Il caso è molto concreto e al tempo stesso ha un grande valore simbolico. Il Comune infatti, aveva promesso di fare di questa scuola il primo passo della rinascita di via Gola. Al civico 23, invece, il nido resta accerchiato da alloggi pericolanti, inquilini abusivi, sporcizia e degrado. Lo stabile è dell'Aler: «È in sicurezza» hanno detto pochi mesi fa i responsabili dell'azienda regionale. Però anche i genitori più ottimisti e fiduciosi ora sono arrivati al limite della pazienza. La dirigenza fa il massimo, le educatrici anche, ma è dalle istituzioni che non arrivano risposte: «La nostra illusione - racconta un papà - è che questo fosse il punto di rilancio del quartiere, anche perché questa è rimasta l'unica strada mal frequentata e da riqualificare in tutta la zona. Il problema è che, nonostante l'impegno e la dedizione delle educatrici, che sono encomiabili, le istituzioni le lasciano sole. Non sappiamo quanti siano gli appartamenti occupati, temiamo che lo siano anche quelli più vicini all'asilo. Ci sono state due perdite d'acqua, una a novembre e l'ultima la settimana scorsa, la prima ha creato muffa e umidità e ci è stato detto che nessuno è intervenuto». «L'ambiente resta un posto in cui non vorresti mandare il figli - prosegue il papà - e lentamente vengono fuori le magagne. I cortili non hanno la tettoia per coprire i passeggini, i balconi sono stati messi in sicurezza con i ponteggi». «Noi potevamo scegliere il privato spendendo poco di più - aggiunge - abbiamo scelto liberamente il comunale convinti che potesse essere davvero un modo per rilanciare il quartiere. Anche per i figli degli immigrati e per tanti che non possono permettersi di fare altre scelte».

La scelta per qualcuno è stata anche ideale, dunque, e la delusione ora è doppia: «A distanza di 6 mesi siamo molto contenti del lato umano, sono tutti preparati e attenti ma dal punto di vista della struttura mi sarei aspettato che in una zona di frontiera come questa il comune desse il meglio di sé. Si potrebbe controllare il parcheggio davanti al marciapiede, pulire, controllare, fare cose normali, senza costi aggiuntivi».

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