«Il Salone del Mobile? É il mio Capodanno». Patricia Urquiola, un nome che parla di design anche ai non addetti ai lavori, ha dato la definizione forse più calzante per la manifestazione che, per una settimana all'anno, fa di Milano un evento imperdibile. Uguale a se stesso eppure sempre diverso, proprio come ogni anno che inizia: e questa volta ancor più che in passato, perché i Saloni 2013 - come è più giusto chiamarli, visto che oltre al mobile, sono in mostra il complemento d'arredo, l'ufficio, Euroluce e il Salone Satellite - sono il primo passo del cammino che conduce all'Expo. Non solo i padiglioni di Rho Fiera, con i loro 2.500 espositori, quindi, ma tutta la città sarà una vetrina internazionale: sono attesi, dal 9 al 14 aprile, oltre 300mila visitatori provenienti da 160 Paesi. Per loro il Comune spalanca le porte dei musei - dove turisti e cittadini potranno entrare gratuitamente - e viene messo a disposizione un biglietto integrato Atm-Fiera.
Ancora una volta, il «modello Saloni», che rompe le barriere fra esposizione e città, fa scuola: a partire dalla sede scelta per la presentazione, ancora una volta un'eccellenza dell'architettura milanese, l'Unicredit Tower, che per questo evento ha aperto per la prima volta le porte al pubblico. Un debutto anche per Claudio Luti, al suo primo Salone da presidente del Cosmit (la società controllata da Federlegnoarredo che organizza la manifestazione): per il numero uno di Kartell, un'occasione per ribadire il suo cavallo di battaglia, ovvero l'importanza della distribuzione. «Nell'innovazione e nella creatività le nostre imprese non hanno rivali- dice- ma non basta fare prodotti eccellenti: bisogna saperli vendere, come insegna la moda. Soprattutto all'estero: esportiamo il 35%, ma è ancora troppo poco».
É il mercato interno, infatti, quello che più si piega sotto i colpi della crisi: «Bisogna recuperarlo- afferma Roberto Snaidero, presidente di Federlegno -, ma le istituzioni non ci sorreggono». A dicembre l'associazione aveva presentato al ministero dello Sviluppo una proposta- inserire gli arredi nella detrazione Irpef del 50%- per dare respiro alle imprese e far ripartire il settore, ma non c'è stata risposta. Ora toccherà al nuovo governo, a cui gli imprenditori chiedono «almeno di non aumentare l'Iva», sottolinea Luti. E al Comune, che cosa chiedere? Qui la parola passa ai designer, come Antonio Citterio: «Non basta parlare di design, si dovrebbe toccarlo con mano, anche nei marciapiedi e nei lampioni». Ovviamente, si dicono d'accordo il sindaco Pisapia e l'assessore alla cultura Boeri, entrambi presenti: con una sfumatura più crepuscolare da parte del primo cittadino, che ricorda con nostalgia il Luna Park delle Varesine, che sorgeva giusto sull'area dei grattacieli. Anzi, ne vuole uno nuovo: «Milano avrà ancora un grande luna park: non necessariamente in centro, ma certamente sarà attraente e attrattivo. Tutte le città europee hanno un parco di divertimenti per i bambini: ci stiamo pensando».
Il Salone, invece, pensa al lavoro, con una rassegna dedicata ai mobili per l'ufficio, un settore particolarmente provato dalla crisi, che cerca il rilancio attraverso l'innovazione. Ne è un esempio inimitabile «Progetto: ufficio per abitare», dove l'architetto francese Jean Nouvel ha realizzato la sintesi perfetta tra ambiente domestico e lavorativo: una necessità, in tempi di telelavoro.
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