Auditorium Cariplo

Barocco a go go. La musica tra Sei e Settecento sembra essere diventata un infallibile passepartout per aprire orecchie, cuori e menti (a partire dai giovani), anche di chi un fan della «classica» non lo è mai stato. Ormai è un dato acquisito, che a Milano trova riscontri costanti e contributi importanti. Al punto che una istituzione profondamente radicata nel tessuto cittadino come la Fondazione Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi ha visto bene di dare vita, nel 2008, ad una ensemble espressamente dedicata al genere e affidata alle provvide mani del maestro Ruben Jais che, della Verdi, è anche responsabile delle attività artistiche. Così, dopo le repliche concluse ieri della fortunata esecuzione della Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach da parte della Verdi «maggiore», sempre guidata da Jais, lunedì 5, Pasquetta (ore 16, info: 02-83389401/2/3, www.laverdi.org), tocca alla Verdi Barocca riportare in Auditorium Cariplo il genio di Eisenach, con un concerto dal raffinato sapore pasquale. Ecco il programma tutto Bach: si comincia con la Cantata Erfreut euch, ihr Herzen (Gioite cuori), scritta proprio per il lunedì di Pasqua; per proseguire con il mirabile Oratorio di Pasqua per soli, coro e orchestra, la cui parte musicale più consistente è desunta dalla Cantata profana scritta da Bach per il compleanno del duca Cristiano di Sassonia-Weissenfels; e concludere con la Cantata Halt im Gedächtnis Jesum Christ (Conservate nella memoria Gesù Cristo), ispirata all’idea di della resurrezione e scritta per la prima domenica dopo Pasqua. Accompagnerà l’orchestra l’Ensemble vocale della Verdi Barocca, diretto dal maestro Gianluca Capuano. Oltre, naturalmente, ai solisti: Deborah York soprano, David Hansen contralto, Christian Senn basso, Makoto Sakurada tenore. «Le due Cantate, originariamente di natura profana - spiega Ruben Jais, tra i maggiori conoscitori e cultori di Bach -, sono state scritte nel 1718 ma, come spesso succede con il compositore tedesco, vengono riviste, rielaborate e quindi riproposte sei anni più tardi, nel 1724, anno della composizione della Passione secondo Giovanni (Johannespassion), e scritte non a caso la prima per il lunedì di Pasqua, la seconda per la prima domenica dopo Pasqua. L’Oratorio di Pasqua, invece, viene composto l’anno successivo, nel 1725, sempre a Lipsia (dove il compositore era giunto due anni prima e dove rimarrà fino alla morte, nel 1750, ndr), in un continuum che rivela la grande compattezza e coesione temporale del materiale musicale prodotto dal genio di Eisenach». Maestro Jais, ieri ha concluso il «trittico» alla guida della Verdi «moderna»; lunedì guiderà invece la formazione barocca, sempre in Auditorium e sempre all’insegna di Bach: è una «tattica» voluta oppure una semplice coincidenza? «No, calendario a parte, è la dimostrazione della grande versatilità della musica di Bach, che funziona sempre, in ogni circostanza, in ogni assetto e con qualunque formazione, purchè impeccabilmente attrezzata, come succede nel caso delle “diverse“ orchestre Verdi».

Val la pena di parlare dell’ultimo appuntamento della stagione con la Verdi Barocca, in calendario per mercoledì 12 maggio, nella sala di largo Mahler: «Chiuderemo una stagione fortunata, sia per la crescita dell’orchestra sia per il riscontro del pubblico - continua Jais -, e ancora all’insegna di Bach. Eseguiremo la Cantata Jauchzet Gott in allen Landen, seguita dal Mottetto per coro Singet dem Herrn ein neues Lied, per concludere con l’Oratorio dell’Ascensione», l’ultimo degli oratori bachiani.

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