Il convegno si intitola Per rabbia o per dolore e non si fatica a intuirne la ragione. La violenza giovanile è stata infatti al centro del dibattito organizzato ieri dalla senatrice leghista Erica Rivolta alla «Sala Porro» di Lario Fiere a Erba (Como) e a cui hanno partecipato personaggi illustri tra cui il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, il dirigente dell'Ufficio scolastico di Como ed ex ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, oltre alle autorità locali.
L'intervento più corposo, per dati e contenuti, è stato però senz'altro quello di Nicola Molteni, deputato della Lega e sottosegretario al ministero dell'Interno. Che, ancora una volta, ha diffuso quei numeri che spesso le fonti istituzionali tendono a divulgare con parsimonia e comunque senza mettere accenti particolari sulle emergenze nell'intento (senz'altro saggio) di non creare allarmismo. E in particolare dopo l'incremento di disagio giovanile manifestatosi durante la fase più critica della pandemia, ma ancor di più in quelle successive anche e purtroppo attraverso un profluvio inaspettato di reati messi a segno proprio dai ragazzi, tra cui tantissimi sono minori. Una sorta di male di vivere scivolato in atti di violenza inspiegabili nel loro sproporzionato manifestarsi.
«L'incremento della percezione di insicurezza dei cittadini nonostante la riduzione del numero di reati commessi, è spiegabile con l'aumento di alcuni fenomeni che creano allarme sociale, nelle grandi città come nei piccoli centri. Mi riferisco allo spaccio, alla malamovida e alle baby gang - è l'esordio di Molteni - Il tasso di criminalità tra i le fasce più giovani sta aumentando in modo esponenziale: nel biennio 2020-2021, le segnalazioni riferite a minori denunciati o arrestati in Italia sono cresciute del 14,22 percento. E il 45,71 per cento dei minori denunciati o arrestati è di origine straniera, immigrati di seconda generazione. Un dato che in Lombardia sale al 53 per cento».
«Nello stesso biennio - prosegue Molteni -, la Lombardia è la regione in cui si registra il maggior numero di segnalazioni di minori denunciati o arrestati: 4.981 nel 2020 e 6.321 nel 2021. E tra le città metropolitane, spicca il dato di Milano, con 2.045 minori denunciati o arrestati nel 2020 e 2.124 nel 2021.
La devianza giovanile, è passata dal commettere atti di inciviltà non sempre penalmente rilevanti al macchiarsi di veri e propri reati che spesso hanno come vittime altri minori. Questo fenomeno si nutre del disagio delle aree periferiche delle grandi città, degli alti tassi di dispersione scolastica, delle emergenze sociali e economiche che il Paese sta vivendo e, soprattutto, del fallimento delle politiche di integrazione». Non solo. «I flussi migratori incontrollati durante i governi di sinistra hanno creato danni enormi - conclude il sottosegretario al ministero dell'Interno - La risposta muove dal piano repressivo, e per questo lavoriamo a ulteriori assunzioni nelle forze di polizia così da rafforzare il presidio del territorio. Ma passa anche dalla prevenzione.
È necessario coinvolgere tutte le strutture sociali per una forte risposta educativa: dalla scuola all'associazionismo, dallo sport al mondo della chiesa, affinché si passi dalla cultura della strada a quella dell'oratorio».
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