«Bernardo è un uomo libero e civico, non ha una dimensione politica, si muove nel mondo della sanità ed è l'unico medico in campo in una città di frontiera, dove il dramma Covid è stato più forte che altrove. Non poteva essere fatta una scelta migliore e credo che potrebbe anche vincere subito, senza ballottaggio». Per il candidato sindaco del centrodestra arriva anche l'endorsement di Vittorio Sgarbi, che a Roma è stato già indicato come futuro assessore alla Cultura se Enrico Michetti vincerà la sfida per il Campidoglio. Lì si candida il simbolo Rinascimento con il suo nome, qui «abbiamo deciso che l'area fosse rappresentata dal nome di Maurizio Lupi e il simbolo Milano Popolare, ma alle prossime politiche saremo un unico partito». Guardando alla sfida il critico d'arte, ex ministro ed ex assessore alla Cultura della giunta Moratti, prevede per la lista centrista guidata da Matteo Forte «un risultato tra il 7 e 10%». Ma insiste che la coalizione nell'insieme «non può non essere avanti, il centrodestra farà una bellissima prova. Sala è un uomo di profondamente di destra sostenuto da una sinistra che non c'è. E sarà più noto, ma si va a votare per la credibilità e non per la popolarità». Prevedendo una doppia vittoria Sgarbi lancia già «il gemellaggio tra Milano e Roma, sarà la mia prima volontà politica», oggi una è «la capitale» e l'altra «la provincia della cultura». Bernardo garantisce che si farà «assolutamente». Come, da sindaco, direbbe «assolutamente sì» all'intitolazione di una via a Bettino Craxi, dibattito che si trascina da anni senza una svolta. «Se immaginiamo Craxi statista, che ascoltava e riceveva i dissidenti politici nel suo ufficio a Milano - ricorda - direi sì. Penseremo a tanti uomini importanti, anche meno conosciuti, che non ci sono più». Sgarbi ricorda di essere stato il primo a proporre la via a Craxi a Milano.
Il coordinatore regionale di Noi con l'Italia Alessandro Colucci e Matteo Forte hanno proposto, con la benedizione di Sgarbi e Bernardo, di creare in città un Museo della dissidenza, che e raccolga i documenti, le testimonianze e le storie di coloro che si sono opposti e si oppongono alle dittature e ai regimi totalitari e a regimi di stampo teocratico-islamista. Sgarbi immagina anche la sede, «il Museo della Permanente» in via Turati. «Milano è la città più adatta a questa iniziativa - hanno spiegato Colucci e Forte -, il museo potrebbe raccogliere anche le storie di dissenso dei popoli degli ex regimi comunisti dell'est Europa.
Il museo prende spunto dalla storia di Craxi che nel suo ufficio di piazza del Duomo a Milano accoglieva molti dissidenti e noi vogliamo ribadire questa tradizione. Potrebbe ospitare anche museo al mondo che ricorda i fatti di piazza Tienanmen che si trova a Hong Kong ed è chiuso da due anni».
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