Bollo, la Regione «becca» tre suoi assessori morosi

Nel milione e 400mila automobilisti trovati irregolari, figurano anche Corsaro, Prosperini e Cè

Marcello Chirico

«Non abbiamo sparato nel mucchio, ma mandato avvisi di accertamento a coloro la cui posizione appariva irregolare». Nessuno escluso. E ad avvalorare le parole del governatore Roberto Formigoni, intervenuto ieri appositamente sul «caso bolli» non pagati e sollevato in quest’ultimi giorni da alcune forze politiche di destra e sinistra, ci sono loro: Massimo Corsaro, Piergianni Prosperini e Alessandro Cè, i tre assessori della giunta lombarda scoperti morosi dall’indagine effettuata dagli uffici del loro collega al bilancio, Romano Colozzi. Tutti e tre, proprio nella riunione di giunta di ieri, hanno cercato di convincere Colozzi del contrario, ma - a quanto pare - le loro posizioni risultano inappellabili. Dovranno insomma pagare il dovuto, così come gran parte di quel milione e 400mila cittadini scoperti inadempienti nei confronti del fisco regionale per gli anni 2000, 2001 e 2002.
La vicenda dei controlli dei bolli-auto (e moto) si è scatenata nelle ultime settimane, non appena gli automobilisti lombardi si sono visti recapitare a casa gli «inviti» del Pirellone a regolarizzare le proprie posizioni: innumerevoli sono state le proteste e i ricorsi, compresi quelli di molti politici lombardi , i quali - attraverso i propri gruppi consigliari (Lega e Ds in testa, con quest’ultimi che adesso parlano di «scaricabarile»)- hanno dato fuoco alla polemica. Ma, come ha tenuto a precisare ieri Formigoni «le proteste sono ingiustificate: la legge prevede questi controlli e obbliga il cittadino a conservare la prova del pagamento». E fino ad oggi, su 79.210 memorie difensive arrivate al Pirellone e diecimila esaminate, solo in un caso è stato possibile dimostrare l’errore. A riuscirci è stato proprio un politico: l’ex responsabile della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, al quale era stato addebitato il bollo su una roulotte dell’ente ministeriale.
Niente da fare invece per Corsaro, Prosperini e Cè, che dovranno pagare. «Lo farò senz’altro - ha dichiarato Prosperini - perché non ho nessuna voglia di andare a cercare le ricevute di pagamento, che avrò buttato. A maggior ragione quelle del 2000, anno in cui non avrei pagato il bollo della moto. Una tassa che generalmente pago in estate, quando uso la motocicletta a Desenzano, mi pare ovvio. Comunque sia, siccome trattasi soltanto di 45 euro, andrò a ripagarli e basta».
Lo stesso farà il suo collega di partito Corsaro, il quale sostiene di essergli stato addebitato ingiustamente il pagamento del bollo «di un’auto venduta l’anno prima. Nulla da dire sui controlli, contesto solo il periodo in cui sono stati avviati questi accertamenti: a pochi mesi da una scadenza elettorale. Logica vorrebbe che questa verifica si fosse fatta dopo, tanto per non irritare gli elettori».


Per evitare disguidi, Colozzi ha annunciato che in futuro sarà possibile pagare i bolli anche attraverso POS e Bancomat, «in modo da eliminare errori di trascrizione». Inoltre, dal 2006, verrà inviata a ciascun lombardo una «certificazione fiscale» del proprio veicolo per gli anni 2003, 2004, 2005, preliminare agli accertamenti. Che dal 2006 diventeranno annuali.

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