Il Brasile di Bebel l'ultima star Gilberto

Blue Note a tinte verdeoro fino a sabato con il doppio concerto giornaliero nel jazz club all'Isola Garibaldi per Bebel Gilberto, 48enne cantante che ha scelto di salire sul palco, grazie, o forse anche a dispetto, di un cognome importante. Se vogliamo, persino troppo impegnativo. Già, perché Isabel Gilberto De Oliveira - così, all'anagrafe -, originaria di Rio de Janeiro, classe 1966, è figlia di un mito, Joao Gilberto, l'ideatore, nonché la «voce» della bossanova, il più importante e riverito musicista brasiliano, amato dal pubblico di tutto il mondo per la sua voce poetica e sottile, quasi un sussurro, e per l'abilità nel rileggere i ritmi della samba in chiave minimale, prendendo lo spunto dal cool-jazz dei vari Lee Konitz, Stan Getz e Gerry Mulligan. Ma Bebel è doppiamente figlia d'arte: sua madre che l'ha avviata alla professione è Miúcha, cantante molto nota in patria (solo lei, Frank Sinatra ed Elis Regina hanno condiviso un intero album con Antonio Carlos Jobim, altro gigante della bossanova anni Sessanta) e sorella di Chico Buarque de Hollanda, a sua volta protagonista assoluto della colonna sonora «made in Brasil». Bebel ha sì seguito l'esempio del genitore, autore di superclassici come «Garota de Ipanema» e «Desafinado», e paladino della musica sommessa, intrecciata di sentimenti, costruita con gusto, in mondo dove per arrivare, una canzone sembra sempre aver bisogno di migliaia di watt, ma per farlo ha deciso di stargli alla larga, preferendo trasferirsi a New York. Qui è entrata in contatto con artisti quali l'ex Talking Heads David Byrne che l'hanno poi contagiata all'esordio, una 15ina di anni fa, con l'album «Tanto tempo», riuscita sequenza di brani in cui figurano anche compositori della storia brasiliana, da Baden Powell e Vinicius de Moraes a Gilberto Gil e lo zio Chico. Il tutto visto in una luce che allinea Bebel, degna erede della MPB, a certa ricerca a base elettronica. Una formula che negli States ha pagato.

Bebel è diventata la brasiliana con le migliori vendite discografiche dai tempi di papà e Tom Jobim. L'ultimo album? «Tudo mundo», uscito un anno fa e prodotto da Mario Caldato Jr. Tra le chicche, un duetto con l'ottimo connazionale Seu Jorge e una cover di Neil Young.

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