Brescia chiusa per Covid. E nuova linea sui vaccini

La Regione cambia tattica: verso la dose unica Arancio per la "Leonessa" e altri nove Comuni

Brescia chiusa per Covid. E nuova linea sui vaccini

Un arancione rafforzato in tutta la provincia di Brescia, in 8 Comuni della Bergamasca e a Soncino (Cremona). E una nuova strategia vaccinale che ieri è stata tratteggiata al Pirellone e oggi sarà dettagliata dai vertici della Regione.

La Lombardia prova così a contenere i focolai prima che diventino un incendio. Lo fa memore dell'esperienza di marzo, ma anche forte di strumenti normativi diversi, che allora non esistevano e che sono stati introdotti in autunno dal governo. Lo fa per cercare di tenere il più possibile aperte le attività economiche, in un quadro che purtroppo si fa sempre più minaccioso a causa delle «varianti».

Non sarebbero drammatici in questo momento i numeri della Lombardia. Anzi, l'andamento è stato definito «stabile in leggera crescita» nel quadro che ieri ha tracciato in Consiglio il responsabile della campagna vaccinale lombarda Guido Bertolaso. «Allo stato attuale - ha spiegato - la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all'autunno passato, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Uno stato che va aggredito immediatamente».

Ecco quindi le nuove misure di contenimento, annunciate dal vicepresidente Letizia Moratti, e previste dall'ordinanza firmata dal governatore. Per tutta la provincia di Brescia e nei Comuni di Soncino (in provincia di Cremona) e Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso (in provincia di Bergamo) si dispone una zona Arancione «rafforzata», che prevede chiusura di tutte le scuole, divieto di recarsi presso le seconde case, smart working obbligatorio ove possibile e obbligo di mascherine chirurgiche sui mezzi pubblici. Le nuove restrizioni sono in vigore da ieri fino al 2 marzo, con eventuale proroga sulla base dell'evoluzione del contesto epidemiologico.

Ma la Regione Lombardia ha anche deciso di cambiare la strategia della campagna vaccinale. In particolare, ha chiesto di poter somministrare una sola dose di vaccino anticovid, oppure di posticiparla di 6 mesi, a i soggetti che sono risultati positivi al Covid. Su questa possibile somministrazione unica, inoltre, Bertolaso è parso andare anche oltre, tanto da far ipotizzare uno scenario in cui tale regola potrebbe essere estesa. Oggi si saprà di più. Sicuramente le attività di vaccinazione ora saranno concentrate in particolare al confine tra la provincia di Brescia e Bergamo, in quei Comuni dove si presentano focolai di contagio legati alle varianti. Ma Bertolaso ha garantito che questa priorità non andrà a detrimento degli obiettivi già fissati in tutta la Regione.

Consenso ampio sulle fasce «arancioni», il Pd ha suggerito alla Regione di concordare le strategie vaccinali col ministero, mentre il Radicale di «Più Europa» Michele Usuelli, che ha chiesto con insistenza la parola in aula, a margine ha

esortato la giunta - vista la scarsità di dosi - a procedere con maggior chiarezza e coraggio nella scelta di usare i vaccini in primo luogo nelle aree più interessate dai focolai, come strumento di contenimento della pandemia.

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