Causarono incidente mortale Preso l'ultimo dei 4 nomadi ESCLUSIVO: guarda il video

Il 9 giugno 2011, 4 nomadi travolsero e uccisero con la loro auto Pietro Mazzara, 28 anni. Il video dell'impatto. L'arresto nel campo rom di Muggiano

Causarono incidente mortale Preso l'ultimo dei 4 nomadi ESCLUSIVO: guarda il video

Per Pietro Mazzara è stata fatta giustizia. Questa mattina, è stato arrestato l'ultimo dei quattro nomadi accusati di aver travolto con la loro automobile e ucciso, il 9 giugno scorso in via Cogne, il ragazzo ventottenne (guarda il video dell'incidente).

Si chiama Pierino Levacovick, ha 23 anni ed è stato catturato dagli agenti del commissariato di Quarto Oggiaro all'interno del campo rom di Muggiano.

Dopo una complessa attività di indagine e pedinamenti, gli agenti sono riusciti a fermarlo. Ma l'operazione non è stata semplice. Perché mentre una dozzina di agenti in divisa e in borghese (ma con indosso le pettorine d'istituto) passava al setaccio le baracche del campo, Levacovick ha tentato la fuga dal finestrino di una roulotte parcheggiata. Una volta bloccato, un gruppo di nomadi ha circondato le auto degli agenti, lanciando sassi. E per finire, mentre le volanti si allontanavano, l'auto di un nomade ha cercato invano di speronarle.

Lo schianto fatale che portò alla morte di Mazzara avvenne intorno alle 5 di mattina del 9 giugno 2011, quando Levacovick, insieme con altri tre nomadi (già assicurati alla giustizia e condannati), a bordo di una Bmw 320 travolse la Citroen C3 del giovane italiano durante una fuga, dopo una rapina in un bar tabacchi in via Mambretti.

All'incrocio fra via Arsia e via Cogne la Bmw, che andava a velocità sostenuta e a fari spenti, non rispettò la precedenza e si schiantò l'auto di Mazzara. La Citroen fu sbalzata per diversi metri e il corpo del ragazzo venne scaraventato fuori dal lunotto posteriore, atterrando a diversi metri di distanza.

Levacovick era l'ultimo latitante. "Sono solo contento per mio figlio. Adesso troverà pace e tranquillità", ha commentato Salvatore Mazzara, padre di Pietro, aggiungendo che "la mia vita è distrutta, mi hanno tolto tutto. Non ho più interessi, non penso ad altro. Prima uscivo, mi divertivo, ora vado solo al cimitero a parlare con mio figlio. E pure se non mi risponde io so che mi sta ascoltando. È un dolore che non finisce mai. Chiedo al Signore di trovare un po' di tranquillità perché altrimenti mi sparo".

In passato Mazzara

aveva minacciato di farsi giustizia da solo se non ci avesse pensato la giustiza. Adesso rimane solo una paura: "Il mio timore è che gli assassini facciano poco carcere. Anzi, ne sono sicuro".

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