«Tra le caratteristiche di una proposta politica moderata ci sono la serietà, la competenza e la lealtà, doti di cui Carlo Calenda si è sempre vantato. Ma una persona che in tre giorni firma un contratto e poi lo disdice o ha sbagliato prima o è inaffidabile». Il giudizio di Maurizio Lupi (...) sulle giravolte di Calenda è piuttosto netto. Il leader di Noi con l'Italia, alleato alle politiche con Giovanni Toti, boccia pure il famoso terzo polo. «Il centro lo si costituisce nel cuore del centrodestra, è la ragione per cui ci siamo rimessi in gioco».
Onorevole Lupi, Calenda ruberà davvero voti al centrodestra?
«Ho stima di Calenda, è stato un ottimo ministro. Però chi ambisce a governare deve assumersi la responsabilità di essere affidabile. C'è un momento in cui la verità viene a galla, anche per chi gonfia il petto per dire che è più competente dell'altro. Noi dobbiamo spiegare che la nostra è una proposta compatta da 30 anni. E dobbiamo rivendicare il fatto che all'interno di questa coalizione ci sono componenti moderate».
Anche lei e Toti vi definite «draghiani» nel metodo.
«Ma l'agenda Draghi non è quella dei numeri telefonici. Anche perché se un partito sposa un'agenda che era figlia del compromesso vuol dire che non ha identità. Quello che dobbiamo fare nostro è il metodo Draghi».
E con gli alleati che hanno contribuito alla sua caduta?
«Queste contraddizioni non esistono. Se c'è una cosa che è emersa da questo spettacolo che la sinistra sta dando è la verità: a mandare a casa Draghi è stato Conte, e lo ha detto Letta. E comunque dall'altra parte abbiamo una serie di sigle e aggregazioni unite solo per sconfiggere l'avversario. Queste proposte non stanno in piedi».
Albertini e Della Frera chiedono a Renzi e Calenda il terzo polo. Che ne pensa?
«La cosa che ha sempre contraddistinto Nci è la chiarezza di posizione: siamo nel centrodestra, la nostra storia è questa. Il compito di noi moderati e liberali è quello di dare forza alla proposta della coalizione. Non ho mai rincorso Godot o uomini della salvezza che dicono che sono più competenti di me. Né tantomeno centri e centrini. Ognuno deve fare la sua partita smettendola di criticare».
Il terzo polo può essere la sponda per Letizia Moratti in Regione?
«Per me Attilio Fontana è il candidato. Se un presidente ha governato bene è giusto che si rimetta in gioco. Moratti ha dato un contributo importante, insieme a tutti noi può dare ulteriore credibilità al centrodestra».
Lei però vuole correre per il Pirellone.
«Ma non possono esserci due governatori. Mi sembra corretto seguire la strada principale, ossia quella di Fontana che ha anche detto che si vuole ricandidare».
Moratti potrà far parte di un eventuale governo di centrodestra?
«Una forza politica debole presenta prima la lista dei ministri. Mi fa piacere che anche gli altri stanno convergendo su questo. Quando un sindaco rivela gli assessori è perché la sua lista è perdente rispetto a un'altra. Noi non dobbiamo dire chi sarà il ministro ma mettere in campo credibilità e serietà».
Quindi Moratti dovrebbe fare un passo indietro?
«Tutti devono dare il proprio contributo, ma c'è un momento in cui si guarda al bene della comunità e all'interesse della proposta che facciamo. Credo sia giusto che ognuno possa fare un passo indietro per mettersi a disposizione degli altri, l'importante è che tutti siano valorizzati».
Cosa ne pensa dell'attivismo politico del sindaco Giuseppe Sala?
«Abbiamo grandi
problemi aperti a Milano. Dare un contributo in questo momento vuol dire fare bene il sindaco della città. Mi piacerebbe che si concentrasse più su questo che non su formule nazionali. Poi le strade sono tante e ci sono sempre».
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