Comune, Atm e Amsa. La fronda no pass tra assenze e malattie

Dei 250 medici sospesi, quelli in regola aspettano da settimane il reintegro da Ats

Comune, Atm e Amsa. La fronda no pass tra assenze e malattie

Sono 250 i medici non vaccinati tra Milano e provincia sospesi da fine agosto, quando sono arrivati i primi provvedimenti, a oggi. Di questi 11 hanno presentato il certificato vaccinale ma non sono ancora stati riammessi, 14 hanno inviato la documentazione per la mancata profilassi (non si tratta di esenzione), 30 i dottori reintegrati. Il problema riguarda sostanzialmente i medici non ancora riammessi nonostante il vaccino eseguito mesi fa per il «muro» tra anagrafi vaccinali regionali. In sostanza se una persona si è sottoposta a profilassi in una regione diversa dalla Lombardia ancora non ha un certificato valido: peccato che questi casi comportino l'impossibilità a praticare la professione con la perdita conseguente dello stipendio, che si sta protraendo in alcuni casi anche per diverse settimane. Oltre il danno, la beffa. «Sarebbe ragionevole che l'anagrafe vaccinale fosse nazionale - commenta Roberto Rossi, presidente dell'Ordine dei medici di Milano e Provincia- che è per altro quello che ci si aspetterebbe da un qualsiasi sistema informatico e dal buon senso. Mi auguro che questa anomalia venga sanata al più presto».

Intanto continuano le proteste tra i lavoratori del Comune e delle partecipate contro il green pass: ieri mattina un gruppo di macchinisti di Atm ha protestato davanti al deposito di viale Sarca. Così mentre l'azienda ha attivato una convenzione con il San Raffaele per garantire una corsia preferenziale ai dipendenti per i tamponi, si registra un incremento del tasso di malattia del 20 per cento circa. Stesso discorso per Amsa, la municipale della raccolta rifiuti che registra un aumento delle assenze del 5 per cento.

Molto più complessa la situazione tra il personale del Comune che conta 13.500 dipendenti: si registrano 500 persone in malattia dal 15 ottobre, giorno dell'entrata in vigore dell'obbligo di green pass sui luoghi di lavoro, pubblici e privati, cui vanno aggiunti circa un migliaio di educatrici di nidi e materne (per cui l'obbligo è scattato il 1 settembre) «in fragilità»: ovvero dipendenti che non si sono sottoposte al vaccini, in attesa delle certificazione di esenzione. Sempre in questo settore, sembra che si registri un tasso dei oltre il 30 per cento di assenze tra malattie e permessi vari.

Così mentre i dipendenti pubblici contrari alla vaccinazione cercano di non rientrare a lavoro fino al 31 dicembre per non doversi sottoporre all'obbligo, continuano a rimanere stabili le ospedalizzazioni in Lombardia.

Secondo i dati della Regione il tasso di positività ai tamponi è sceso dal 9,6 per cento del 18 ottobre 2021 allo 0,3 per cento del 18 ottobre 2020, così i posti letto occupati in terapia intensiva erano 110, con un incremento di 14 rispetto al giorno precedente (il 22 ottobre scattò la zona rossa), contro i 52 attuali. 1.065 i ricoveri per Covid il 18 ottobre 2020 (+122 rispetto al 17 ottobre) contro i 288 attuali. Se un anno fa nessun lombardo era ancora stato vaccinato, ieri erano immunizzati l'87 per cento dei lombardi.

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