Il Comune insegna come gestire i soldi e prepararsi alla crisi

In 2mila ai corsi di educazione finanziaria. I nodi: covid, divorzi, over 55 senza lavoro

Il Comune insegna come gestire i soldi e prepararsi alla crisi

Mamme single, liberi professionisti, famiglie che da un giorno all'altro si sono trovate a fare i conti con uno stipendio in meno (o due lavori precari) per colpa della pandemia. É una platea eterogenea quella che ha partecipato fino ad oggi ai corsi di Educazione finanziaria organizzati dal Comune, un servizio gratuito lanciato ad aprile 2021 e che sta crescendo con il passaparola. Alla fine del 30 giugno si contavano circa 2.214 iscritti alle sessioni collettive (76 incontri che nel frattempo sono saliti almeno a un'ottantina), 1.125 gli incontri già svolti all'interno dei percorsi individuali, ossia lo step successivo, chi dopo le lezioni teoriche in gruppo vuole passare alle simulazioni pratiche che riguardino il proprio caso concreto. É un'operazione di «welfare preventivo» che si rifà anche a esperienze internazionali adottate da tempo ad esempio dal governo inglese o da città statunitensi. «L'obiettivo - spiega la vicepresidente di Eqwa, la cooperativa che gestisce il servizio per conto del Comune, Francesca Bertè - è accompagnare il cittadino nella gestione dei propri risparmi, gli operatori insegnano a gestire i debiti o a scegliere bene come indebitarsi, per il mutuo della casa o le spese universitarie per i figli, a creare delle riserve per proteggersi e proteggere la famiglia immaginando di trovarsi in situazioni gravi come una malattia o eventi di crisi non prevedibili come la pandemia, che ha lasciato molte famiglie senza entrate da un momento all'altro». C'è anche il tema della pensione, «come prepararsi a vivere con un minimo di tranquillità». Il corso è diviso come si diceva in due parti, la prima di incontri che si sono svolti in presenza all'inizio e ora sono on line, cone vari «case history» delle situazioni più comuni da affrontare, grafici, simulazioni, una seconda parte di incontri one-to-one con gli educatori finanziari del terzo settore, per chi lo desidera, sempre gratuiti e basati sulle esigenze specifiche. «Molte famiglie fragili sono sovraindebitate, anche inseguito alla pandemia» uno dei problemi segnalati da Bertè. Altri fenomeni che rischiano di mandare in rosso le famiglie? «L'autonomia economica dei figli si sposta sempre più avanti, molti rimangono in casa fin dopo i 30 anni. Ed è sempre più frequente diventare genitori in età avanzata, si va in pensione con figli ancora in età scolastica o disoccupati». Le elaborazioni dei dati Istat e Inps raccontano poi che il rischio di caduta in povertà cresce del 15% per i maschi e del 24% per le donne in caso di separazione. E aumentano i divorzi tra over 65, con le donne in posizione più fragile perchè devono mantenersi con pensioni più basse. E Bertè sottolinea che il 47% dei «senior» (chi supera i 55 anni di età) «non lavora e ha bisogno di raggiungere l'età pensionistica». Avere dunque un supporto specialistico per capire come cavarsela in situazioni critiche o come prevenire la crisi «è importantissimo». Chi ha partecipato ai corsi «sostiene di aver acquistato più fiducia». E in collaborazione con il Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali dell'Università Cattolica «c'è un vero e proprio sistema di misurazione dei cambiamenti avvenuti nel corso del tempo, prima e dopo aver usufruito del servizio». Il calendario degli incotnri si trova sul sito www.io-welfare.it.
L'assessore al Welfare Lamberto Bertolè il servizio si inserisce «all'interno di una idea di welfare non inteso solamente in maniera assistenziale, ma pensato per supportare la persona in una logica preventiva, in modo da fornire gli strumenti per affrontare gli imprevisti. Mai come in questi anni di pandemia è emersa l'importanza, anche per chi vive ben al di sopra della soglia di povertà, di prepararsi alle crisi che, lo sappiamo, saranno sempre più frequenti.

Le politiche sociali, in questo senso, devono essere di tutti perché costruite attraverso uno stretto rapporto tra istituzioni e vari attori cittadini e per tutti perché devono rivolgersi, come in questo caso, a tutta la Milano possibile».

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