Comune, sondaggio-plebiscito per farsi dar ragione sul clima

Domande orientate e strani consigli: "Pochi latticini". Palazzo Marino fa poco ma vuole educare i milanesi

Comune, sondaggio-plebiscito per farsi dar ragione sul clima

«Esprimi la tua preoccupazione per i seguenti fenomeni globali legati all'ambiente». Finalmente ora sapremo quanto i cittadini sono preoccupati per l'ambiente, e quanto sono d'accordo con la preoccupatissima giunta. Quanto sono preoccupati per l'innalzamento della temperatura, quanto per la «contaminazione» (?) dell'acqua e per la dispersione della plastica. Finalmente, i milanesi hanno a disposizione uno strumento per esprimere la loro inquietudine ambientale, rivolgendola nella direzione giusta, quella prescelta dalla sinistra comunale, che ha trovato il modo per farsi dare ragione e adesso vuole verificare solo quanto ha ragione.

Quella fra virgolette è una delle prime «domande» che si trovano nella consultazione lanciata dal Comune (in particolare dall'assessore Lorenzo Lipparini) per approdare al «Piano Aria Clima». Il questionario, che sarà aperto fino al 1° settembre e finora ha raccolto finora circa 5mila partecipanti (un milanese su 200), si compone di 27 domande ed è chiaramente orientato a confermare le tesi di partenza, che poi sono quelle dell'«ambientalmente corretto», così in voga di recente.

Per avere un'idea, ecco la prima schermata di affermazioni, con le quali ci si può dichiarare più o meno (o per niente) d'accordo: «Il nostro clima sta cambiando. La terra si sta riscaldando a causa dell'attività umana. L'azione individuale contribuisce a diminuire l'impatto sui cambiamenti climatica».

Più che domande, premesse di un discorso ideologico, in cui le attività umane - in particolare quelle produttive tipiche di un sistema occidentale e di mercato - vengono individuate come il problema, e i nuovi stili di vita - anti-consumistici o addirittura anti-economici - sono indicati come la soluzione. Si indaga quindi su cosa i cittadini siano disposti a fare, fino ad arrivare a vette di paradosso in cui, partendo dalla premessa che «gran parte delle emissioni di gas serra deriva dalla produzione di carne», si consiglia in pratica di «mangiare pochi latticini», «mangiare poca carne», «evitare il cibo da asporto» o «consumare cibi autoprodotti (ad esempio, coltivati in orti urbani)». «Solo la collaborazione di tutti - si legge - potrà portare a cambiamenti di stile di vita atti a ridurre inquinamento, utilizzo delle risorse e produzione di rifiuti». Quindi solo «il cambiamento di stile di vita» può darci una speranza. Non l'innovazione, non il miglioramento delle tecnologie, non il mercato migliorerà la nostra vita - come accaduto finora - ma uno stile di vita nuovo.

«Il Comune sa cosa fare e i cittadini si devono adeguare - spiega il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale - La mia impressione è che questo incredibile sondaggio sia stato pensato per eludere l'obbligo che prevede consultazioni, anzi osservazioni dei cittadini, per gli strumenti di pianificazione. Le risposte sono tutte comprese nell'arco dei luoghi comuni dell'ambientalismo. Un'operazione del tutto inutile, e spero non costosa, io comunque ho chiesto se il Comune ha pagato qualcosa per fare questo questionario così infantile e di parte.

Ciò che dà fastidio, in ogni caso, è che anziché pensare alle caldaie o ai mezzi pubblici, dando il buon esempio, il Comune intenda con ciò suggerire comportamenti, a volte in modo anche strampalato come nel caso dell'interferenza con le abitudini alimentari dei cittadini, che andrebbe bene per il ministero della Salute, non certo per un ente locale. Invece di pensare alle caldaie, alle scuole, alle discariche e alle aree di degrado, il Comune pensa a imboccare ai milanesi risposte gradite che confermino le misure prese, in materia di mobilità e ambiente. Assurdo».

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