Coniavano franchi svizzeri finti In manette il boss della banda

Stop al cartello dei falsari. Al termine di una lunga e intricata indagine i carabinieri sono riusciti a mettere i sigilli ad una fiorente zecca clandestina. Un uomo di 46 anni, originario di Catania, da tempo trapiantato a Pioltello è finito in manette, mentre altri tre, se la sono cavata con una denuncia a piede libero. Gli uomini del tenente Giuseppe Mercatali, avevano posto le loro attenzioni sul siciliano da alcune settimane. Seguivano ogni suo spostamento. Non l’hanno perso d’occhio un minuto.
L’altro pomeriggio hanno deciso di fare un’incursione nel capannone di Besana Brianza, via Gramsci, 18. Nello stabile, hanno rinvenuto una pressa alta quattro metri con il conio per falsificare monete da cinque franchi svizzeri. Lavoravano a ritmo industriale. Il denaro contraffatto era smerciato nel territorio della repubblica elvetica dove il capo della banda aveva alcuni complici fidati. Il catanese, un boss titolare di un fascicolo penale alto così, aveva cercato di sfuggire alla rete tesa dai carabinieri di Desio rifugiandosi nel suo appartamento di Pioltello dove poteva contare sui contatti, le protezioni e le amicizie indispensabili per sfuggire alla cattura. Prudente e astuto l’uomo era riuscito a rimanere nell’ombra. Fino all’altro pomeriggio, quando ormai senza scampo, si è lasciato ammanettare senza batter ciglio. Un pezzo da novanta, che aveva sviluppato un giro d’affari da capogiro. In cella, secondo i militari dell’Arma, dopo l’uomo al vertice della banda, potrebbero presto finire i complici incaricati di far girare le monete false.


Nel capannone, all’apparenza anonimo gli inquirenti hanno recuperato un migliaio di tondini in metallo pronti per essere passati sotto la pressa e diventare franchi svizzeri. Nel magazzino, curatissimo, sono state sequestrate diverse partite di monete già fatte e finite.

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