Una città paralizzata dal traffico di due oceanici cortei. Una Milano probabilmente anche impreparata all'imponente numero di manifestanti che ieri mattina - tra studenti e metalmeccanici - hanno sfiorato quota 10mila persone, per protestare in centro contro la politica del governo, quindi contro licenziamenti, precarietà e privatizzazioni. Lasciando da parte principi sacrosanti e realtà professionali davvero difficili, dal punto di vista strettamente viabilistico il tutto si è tradotto in un vero e proprio disastro. Dalle 10.15, infatti, lungo tutta circonvallazione interna vetture, furgoni e moto procedevano a stento, in code estenuanti e interminabili. Mentre i vigili tentavano di consigliare la strada migliore per cui optare a chi domandava disperato come raggiungere il più velocemente possibile la destinazione desiderata: praticamente nessuna o, comunque, traiettorie lontanissime e, a quei ritmi, raggiungibili solo nel giro di qualche ora. Molti automobilisti, disperati, si sono messi con la loro vettura di traverso, in mezzo ai viali, peggiorando la situazione del traffico. Proprio in viale Biancamaria, poi, si è sfiorata la tragedia: un'automobilista - decisa a ogni costo a fare inversione a u e tornare sui suoi passi visto che il percorso scelto si stava rivelando troppo ostico e soprattutto infinito - solo per miracolo non ha investito una giovane scooterista. Fortunatamente, alla fine, l'ha scaraventata a terra, senza grosse conseguenze per la poverina.
Tutto questo dopo che alle 10, con in testa lo striscione «Il futuro siamo noi, contro la precarietà e contro la privatizzazione», era partito da largo Cairoli il corteo organizzato dall'Unione degli studenti. Tra via Santa Margherita e via Tommaso Grossi, dopo lo scoppio di qualche petardo (imponente lo schieramento delle forze dell'ordine) agli studenti si sono uniti i metalmeccanici della Fiom-Cgil e tutti hanno raggiunto pacificamente, intorno alle 11.30, piazza Duomo. In testa alla manifestazione degli operai c'erano i lavoratori delle aziende lombarde tra cui Agile e Eutelia di Pregnana Milanese, Lucchini di Lecco, Maflow di Trezzano sul Naviglio, Franco Tosi di Legnano e Nokia Jabil di Cassina dè Pecchi. Che hanno chiesto «diritti anche per le nuove generazioni».
Poco prima, intorno alle 9.30, un centinaio di studenti aveva bloccato la stazione delle Ferrovie Nord a Saronno (Varese).
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