Covid, appello del Pat ai sessantenni: "Il vaccino è la salvezza"

I più fragili non aderiscono alla campagna ma contagi e ricoveri sono in crescita

Covid, appello del Pat ai sessantenni: "Il vaccino è la salvezza"

Solo il 12,8 per cento dei sessantenni lombardi ha aderito alla campagna vaccinale per la quarta dose, il 20,7 per cento dei settantenni e il 38,8 per cento degli ottantenni. E dire che la campagna è stata aperta a maggio per i fragili e a luglio per gli over 60, ma l'adesione è stata scarsissima fin dall'inizio. Ora, però, i contagi hanno iniziato a salire bruscamente e nel frattempo è partita la campagna vaccinale anti influenzale proprio per le categorie più a rischio: i fragili, (chi è malato di diabete, ipertensione e obesità) e gli over 60. La sfida ora è convincere i sessantenni appunto a sottoporsi alla quarta dose.

Claudia Balotta, consulente scientifico del Pat e direttrice del centro vaccinale, coordinatrice dell'equipe dell'ospedale Sacco che ha isolato il ceppo italiano del virus Sars-Cov-2 come mai questa resistenza? «Innanzitutto perché non si è più parlato di pandemia: l'attenzione pubblica ora è concentrata su altre emergenze, come la guerra e la crisi economica. L'interesse verso il Covid è scemato, mentre penso che sarebbe utile riprendere con forza la campagna inf9ormativa e vaccinale per queste categorie. Per esempio quest'estate, a parte Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica, nessun altro ha parlato della quarta dose, mi pare, e questo incide». Eppure gli hub non hanno mai chiuso, nemmeno ad agosto, e la macchina organizzativa era stata messa a punto perfettamente in Lombardia e in tutta Italia. A questo va aggiunto che «in estate e sopratutto a settembre sono state eliminati gli obblighi per l'uso dei dispositivi che hanno ulteriormente abbassato la percezione del rischio - spiega Balotta-, anche se il rischio, soprattutto per le categorie più fragili, continua a essere alto».

Questa settimana però in Lombardia, abbiamo assistito a un improvviso innalzamento dei contagi. Negli ultimi due giorni si è arrivati di nuovo a un indice di positività sopra il 20 per cento, a fronte di 40.423 tamponi effettuati, ieri si contavano 9.124 nuovi casi (22,5 per cento). E se scendono di due unità i ricoverati in terapia intensiva (13 in totale), salgono ancora i ricoveri in area medica (+31 ieri e +55 mercoledì) arrivando a quota 817. A Milano e provincia i nuovi casi sono 2.359 di cui 913 solo in città.

«A rafforzare la resistenza degli anziani c'è anche il fatto che siamo alla quarta dose, quindi le persone si chiedono quante volte mi dovrò ancora vaccinare?: questo pensiero tradisce l'idea che il Covid sia come l'influenza, cosa che non è assolutamente vera. Il virus Sars-Cov-2 muta, come sappiamo, acquisendo nuove varianti che impattano sulle infezioni. Non solo - spiega la virologa- bisogna anche far passare meglio il messaggio che la vaccinazione non previene l'infezione, ma tutela dalle eventuali complicanze». La gente pensa che si tratti di un'infezione ormai asintomatica e quindi che ci si possa assumere il rischio, ma non è affatto così».

«Bisogna puntare sulla formazione e sull'informazione» per Barbara Caimi, direttore sanitario del Pio Albergo Trivulzio. «Noi stiamo facendo corsi a tutti i nostri 1400 dipendenti ti, sia operatori che lavoratori per spiegare l'importanza di fare la quarta dose e la vaccinazione anti influenzale. Credo che questa sia l'unica via per arrivare all'adesione anche perchè gli obblighi abbiamo visto che non servono a nulla.

Il risultato è che tra i nostri ospiti abbiamo il 99 per cento di vaccinati (4 dose) e negli ultimi due anni abbiamo registrato un'altissima adesione per l'anti influenzale. È un lavoro che richiede tempo e pazienza: cerchiamo di far capire anche ai nostri pazienti, e sopratutto ai loro famigliari spesso contrari, che il vaccino rimane l'unica salvezza».

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