Confronto tra due lavori che sembrano consecutivi e invece sono distanti 80 anni: in entrambi la voglia di polifonie antiche e squarci di futuro che Beethoven intravede nei balli del contado viennese («Quartetto n. 14 in do diesis maggiore op. 131») e Bartók nelle danze delle piane ungheresi («Quartetto n. 1 op. 7 Sz 40») L'accostamento è affidato allo spagnolo Quartetto Casals che stasera torna alla nostra Società - nella sala del Conservatorio - a una decina d'anni dal debutto.
Fondato nel 1997 alla Scuola Reina Sofia di Madrid, si è ispirato al modello del Quartetto Alban Berg, esce dalla nidiata di Walter Levin (Quartetto LaSalle), ha vinto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, suona nelle sale che contano ed è ospite dei festival e delle rassegne più importanti. «Una cifra musicale peculiare», ha scritto entusiasta il New York Times, descrivendo l'espressività distintiva del Cuarteto.LuPav
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