«Dialoghi di filo» con i talenti dell'arte

Dall'Accademia di Brera creazioni tra design e cultura tessile

Marta Calcagno Baldini

«Con un telaio si possono fare tantissime cose» dice Valentina, 24 anni, studentessa di Brera per il corso di Cultura Tessile tenuto da Livia Crispolti (uno dei pochi, paradossalmente, che esistono in Italia a livello accademico). Siamo a Palazzo Morando, in via Sant'Andrea 6, dove ha inaugurato proprio ieri pomeriggio la mostra «Dialoghi di filo» in cui sono esposti, fino al 25 settembre, i lavori degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Brera insieme ad abiti antichi ricostruiti storicamente da Maria Antonietta Tovini e le creazioni tessili dell'artista Elisabetta Catamo. «La mostra vuole dare un'idea di come diverse realtà possano dialogare in ambito tessile» dice la Crispolti, curatrice della mostra. Già il fatto che dei giovani studenti (35 circa tra ragazzi e ragazze) una volta alla settimana in Brera si trovino a lezione dalle 9 alle 14 davanti a 4 telai da campionatura per imparare tecniche sartoriali anche antiche e reinterpretarle («possiamo portare anche noi dei materiali da proporre, come i cavi elettrici ad esempio») è un modo per unire l'antico e il moderno: in mostra si vedono diversi campioni di stoffa lavorati dagli studenti, oltre ad abiti del 1700 realizzati dalla Tovini e le opere in tessuto della Catamo.

Tutti i lavori sono ottenuti con le stoffe che tre aziende oggi protagoniste del settore tessile hanno scelto di donare per l'occasione: Alcantara, Dedar e Dreamlux, e il percorso è arrichito da ulterioiri abiti in ricostruzione storica realizzati da giovani costumisti nell'ambito di progetti laboratoriali al termine del percorso accademico. Il percorso espositivo nelle ricche ed eleganti sale del Palazzo è a cura di Luca Ghirardosi, docente del corso «Allestimento degli spazi espositivi» sempre all'Accademia. (Orari: martedì-domenica ore 9-13 e 14-17)

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