Una mezza verità. Forse una mezza patente di immunità. Sicuramente una gaffe grande come una casa. Il sindaco aveva annunciato due giorni fa di aver «raggiunto un accordo con l'ospedale Sacco e in particolare con il professor Massimo Galli, sottoporremo i 4mila conducenti Atm al test sierologico». Perchè «se la Regione ha deciso di partire da altre province e non da Milano» con i 20mila esami al giorno dal prossimo 21 aprile, «io non discuto, ma fermo non voglio stare». L'annuncio di Beppe Sala però ha sorpreso più di tutti l'ospedale Sacco, completamente all'oscuro. «Apprendiamo la notizia da alcuni articoli - ha puntualizzato ieri con una nota il direttore generale Alessandro Visconti -, Precisiamo che in questi giorni non c'è stato nessun tipo di contatto e nessuna richiesta dalla direzione Atm». E «nessun progetto di ricerca con questa finalità è stato formalizzato alla Segreteria centrale comitato etico Area 1 o all'Ufficio ricerca, passaggio obbligatorio prima di iniziare qualsiasi tipo di sperimentazione». Il Sacco «controlla puntualmente che qualsiasi tipo di test sia rispettoso delle normative in vigore e ne autorizza la fattibilità alle strutture aziendali». Il dg ipotizza che «essendo citato, Galli abbia agito nel suo ruolo di universitario». Il direttore dell'infettivologia del Sacco è anche direttore del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche della Statale, e in questa veste ha stretto un accordo con il sindaco, insieme al rettore Elio Franzini. Sala è costretto a precisare con il professore che «con la Statale sarà avviato il progetto sperimentale di screening sierologico. E più tardi conferma in consiglio comunale che «con Galli col cappello dell'università poco cambia, partiremo col test». Ma precisa anche che «questi non sono test validati, oggi non ce ne sono. Cominceremo a farli al personale interno ma non posso pensare di coinvolgere da domani i cittadini con un test non validato». La Regione ha ribadito che metterà subito a disposizione della popolazione il test messo a punto dal San Matteo di Pavia «appena ci sarà la validazione», senza corse in avanti. Il consigliere leghista Gabriele Abbiati sottolinea quindi che a differenza di «quanto aveva sbandierato, i dipendenti Atm potrebbero far parte di una ricerca (delle cavie insomma) del professor Galli». Anche il capogruppo milanese di Forza Italia Fabrizio De Pasquale si domanda «se i lavoratori siano d'accordo a fare da cavie a un test non certificato». E il capogruppo regionale di Fi Gianluca Comazzi consiglia a Sala «di lavorare di più e fare meno dirette social, si sarebbe risparmiato pure la gaffe di essere smentito dall'ospedale». E a dire il vero, pure la Statale frena.
«La proposta - ha precisato ieri - è stata inviata dal professore Galli solo oggi pomeriggio all'attenzione del Comitato etico dell'università Statale che, dato l'alto valore sociale dell'iniziativa, la valuterà con la massima attenzione ai fini di una sua eventuale approvazione».
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