Ecco i Klezmerson Sale sul palco l'avanguardia jazz

Domani al teatro Manzoni la band di Benjamin Shwartz tra ritmi e contaminazioni

Messico e nuvole (per dirla come la canzone di Paolo Conte resa celebre da Enzo Jannacci) e … jazz d'avanguardia con il messicano Benjamin Shwartz e i suoi Klezmerson, in concerto (in prima europea) domani mattina alle 11 al Teatro Manzoni nell'ambito della collaudata rassegna «Aperitivi in Concerto».

Compositore e musicista (suona il piano e la viola) alquanto eclettico, Shwartz, il cui nome tradisce chiare origini ebraiche, ultimamente si è reso protagonista di alcune collaborazioni eccellenti. Come quella con il regista, suo connazionale, Rigoberto Castaneda, per conto del quale ha approntato la colonna sonora del sequel del film «KM 31», o il grande compositore-sassofonista newyorkese John Zorn che, a 60 anni suonati, continua ad essere un motore inesauribile nello scatenare un corto circuito fra tradizioni antiche e suoni d'oggi.

Non stupisce che un eclettico per antonomasia come Zorn, personaggio sfaccettato e dal talento multiforme, protagonista di una vera e propria riflessione sull'eredità e sul futuro della tradizione musicale klezmer, abbia avuto una folgorazione ascoltando Shwartz e i Klezmerson. Già perché la formazione di cui fanno parte anche Federico Schmucler (chitarra), Carlos Mercado (batteria), Carlos Metta (percussioni, chitarra jarana), Maria Emilia Martinez (flauto, chitarra jarana), Carina Lopez (basso elettrico), Daniel Zlotnik (sax baritono e clarinetto), David Gonzalez (percussioni) combina melodie e ritmi della tradizione ebraica d'origine yiddish (come il klezmer) con influenze latinoamericane, caraibiche, zingare e mediorientali, facendo uso anche di strumenti molto particolari come nel caso della chitarra jarana (la classica cinque corde messicana di piccole dimensioni), di un'orchestrazione che si rifà profondamente ai suoni dei cosiddetti mariachi e della musica popolare messicana, e di un linguaggio mutuato dal jazz e dall'afro-beat. Un abbinamento davvero singolare, nel segno e nel suono della traversalità, che in scena acquisisce una dimensione spettacolare, mettendo in mostra, per dirla con la critica, «le nuove frontiere della cultura e della tradizione della Diaspora».

Per l'occasione, il combo messicano interpreterà le composizioni scritte da Zorn nella sua

applauditissima serie «Masada Book Two, the Book of Angels». Un'interpretazione solare e sorprendetemente ariosa come già traspare dall'ascolto dell'album «Amon: The Book of Angels, Vol 24» pubblicato da Zorn sull'etichetta Tzadik.

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