Ecco i Presepi del mondo. Re Magi arrivati da Bucarest

L'originale esposizione in una villa in Franciacorta: 145 i Paesi rappresentati. Le pecorelle sono delle Fiji

Ecco i Presepi del mondo. Re Magi arrivati da Bucarest

I tre Re Magi rumeni, ma anche napoletani, e un esercito di pastori neozelandesi, artigiani tailandesi e pecorelle dalle isole Fiji, per non parlare di Maria, Giuseppe e il Bambino di tutti i colori, per un totale di 145 paesi rappresentati: la collezione di presepi di Carlo Battista Castellini abbraccia anche vari altri episodi del Vangelo, Epifania compresa, oltre a numerosi diorami che rappresentano momenti della vita di Gesù, fino alla morte in croce e la Resurrezione. Siamo a Bornato, in Franciacorta, a circa 50 chilometri da Milano (tre quarti d'ora con la Brebemi, uscita Rovato): al numero 11 di via Tito Speri. Sotto la villetta dove vive con la moglie Anna si trova l'originale museo «Presepi del Mondo» di Castellini, aperto ogni anno solo nel periodo natalizio, ingresso con offerta libera e il ricavato va ai frati missionari (visitabile fino al 12 gennaio 2020, ore 10-12 e 14-18, in altri mesi su prenotazione www.presepidelmondo.it, presepidelmondo@gmail.com). Falegname lui, casalinga e complice della passione del marito, lei: «Carlo ha ereditato l'amore per il presepe dal padre, anch'egli falegname - racconta la moglie -: tutti gli anni in casa loro era un momento importante dell'Avvento e del Natale».

Poi lui ha proseguito e ampliato quest'usanza. Castellini, infatti, costruisce in 3d per tutte le sue statue un'ambientazione consona, utilizzando diversi materiali locali che colloca in varie bacheche di vetro. Dal legno, onice, lana, cristallo; girare per il museo di Bornato significa percorrere il giro del Mondo: Maria, Giuseppe, il Bambino e i Magi vestono abiti cinesi, o la Natività avviene in una capanna col tetto di paglia, e siamo in Kenya. In America andiamo dall'Alaska al Perù, senza dimenticare il Canada e il Messico. Fino al Giappone e la Nuova Zelanda, le statue sono esposte in bacheche sotto vetro. Castellini conosce uno ad uno i suoi presepi, capita che apra il vetro e spolveri qualche presepe o modifichi qualche posizione dei personaggi. Perché essere presepisti è una scelta, una passione che accomuna molti uomini e donne sparsi in tutto il Mondo.

Una sola persona sulla Terra, però, ha più presepi di Castellini, ed è Gherry, collezionista americano: 1.500 contro 1.600 («ma da meno parti del Mondo»). Per carità, tra Italia e Stati Uniti non si può certo parlare di vera competizione, semmai di un'ipotetica collaborazione, che, però, non si è mai concretizzata: «Avevo proposto a Gherry di scambiarci i doppioni. Ma lui gentilmente mi ha risposto di no, perché separarsi da un pezzo della collezione, anche se doppio, è come allontanare un proprio figlio». E continua Castellini: «Ogni anno mia moglie e io compiamo numerosi viaggi in tutti i Continenti per conoscere e vedere altri presepi. Ogni popolo realizza il suo a modo proprio, con la fantasia della sua terra secondo lo spirito della fede».

Nel museo è presente anche la sua officina: con passione spiega che «tutto sta, nel

costruire un ambiente, nella proporzione», e mostra un segmento di legno sistemato sul tavolo da lavoro a cui è legato un lungo filo. In base alla misura delle statue, lo si sposta per mantenere la prospettiva in profondità.

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