La «Fiera del bebè» continua a far discutere e ora approda fino al Parlamento, e all'Europarlamento. Le prime reazioni, dettate da preoccupazione o indignazione erano arrivate già a settembre, quando si seppe che Milano avrebbe ospitato «Un sogno chiamato bebè», versione italiana del salone «Désir d'enfant» allestito in quei giorni a Parigi fra grandi discussioni sulla pratica dell'utero in affitto.
Adesso che è stata resa nota la data dell'evento, il 21 e 22 maggio, le reazioni si sono moltiplicate. Da subito sono intervenuti Francesco Migliarese (segretario del Centro di aiuto alla Vita della Mangiagalli) e la consigliera leghista Deborah Giovanati che ha presentato un'interrogazione al sindaco. Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Regione, ha chiesto di «annullare immediatamente questo evento» se «il reale scopo della fiera fosse quello di promuovere la maternità surrogata vietata dalla legge italiana».
Ma sul caso ha detto si è mobilitata con tutte le sue forze Fratelli d'Italia: «Il sindaco - ha tuonato Giorgia Meloni - fermi immediatamente questo evento propagandistico basato su una pratica vietata in Italia, che mercifica i bambini e il corpo delle donne. Noi continueremo a batterci affinché l'utero in affitto diventi reato universale». La vicepresidente della commissione Istruzione Paola Frassinetti, ha interrogato i ministri dell'Interno e della Salute, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza, per sapere «se siano a conoscenza dei fatti» e «quali azioni abbiano intenzione di intraprendere per garantire il rispetto delle leggi vigenti». In Comune, la consigliera Chiara Valcepina ha presentato un ordine del giorno che è stato bocciato (ma ha anche spaccato la sinistra) mentre in Regione Barbara Mazzali ha presentato una mozione che impegna il presidente «ad attivarsi presso il sindaco di Milano perché neghi lo svolgimento della manifestazione». «Se il Comune accetta senza indugi una fiera sull'utero in affitto - dice anche Patrizia Baffi - è necessario che Regione Lombardia faccia sentire la propria voce».
La questione intanto è atterrata anche a Strasburgo, dove l'eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, componente della commissione Femm del Parlamento europeo, ha firmato un'interrogazione alla Commissione europea per chiedere l'intervento delle istituzioni comunitarie.
«La fiera prevista a Milano per maggio deve essere vietata - ha detto la deputata europea ed ex vicesindaco di Busto Arsizio», parlando di «un raccapricciante mercato della vita umana travestito da salone della fertilità». «Non possiamo consentire - ha proseguito - che in Italia la vita umana sia equiparata a un business, a cui è permesso violare la legge e mercificare il corpo femminile».
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