Filippo Penati, ex sindaco di Sesto San Giovanni ed ex presidente della Provincia di Milano, è morto mercoledì mattina. Aveva 66 anni ed era malato da tempo.
Aveva iniziato la sua carriera politica negli '80 tra le fila del Partito comunista italiano nella sua città natale, Sesto San Giovanni, nota come la 'Stalingrado d'Italia' che è stata espugnata dal centrodestra solo con le ultime elezioni amministrative. Prima di entrare in politica era stato insegnante e assicuratore. Dal 1985 al 1993 è stato assessore sia al Bilancio sia all'urbanistica e, poi, dal '94 ha ricoperto la carica di sindaco. Nel '98 viene rieletto al primo turno col 56%, e l'anno successivo tenta di fare il grande salto come europarlamentare dei DS, ma risulta terzo dei non eletti. Nel 2004 si candida a presidente della provincia di Milano contro l'uscente Ombretta Colli del centrodestra che batte al secondo turno con il 54% dei consensi. Cinque anni dopo è lui ad essere sconfitto al ballottaggio dal forzista Guido Podestà. Dal 2006 al 2009 è membro del consiglio di amministrazione del Teatro alla Scala e del comitato che si occupa della candidatura di Milano per l'Expo 2015. Nel 2009 è coordinatore nazionale della mozione che supporta la candidatura di Pier Luigi Bersani alla primarie del Pd contro l'allora segretario ad interim Dario Franceschini. Una volta ottenuta la vittoria, Penati diventa capo della segreteria di Bersani, incarico che lascerà nel novembre 2010, anno in cui si candida a presidente della Regione Lombardia. Stavolta è battuto dall'uscente Roberto Formigoni che viene rieletto per la quarta volta.
Penati travolto dall'inchiesta sul 'Sistema Sesto'
Nel 2011, travolto dalle indagini sul 'Sistema Sesto', si dimette da consigliere regionale e l'anno seguente, dopo lo scioglimento del Consiglio regionale, si ritira definitivamente dalla politica. A luglio la Corte dei Conti della Lombardia ribalta in appello le assoluzioni del 2015 sul caso dell'acquisto da parte delle provincia di Milano del 15% della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio e lo condanna a un risarcimento danni di 44,5 milioni di euro. "Un anno fa mi è stato riscontrato un cancro, e i medici concordano che è anche conseguenza della mia vicenda giudiziaria. Da un anno sto combattendo. Questa è la sfida più importante della mia vita. Della vicenda Serravalle si occuperanno i miei legali", dirà Penati in una delle sue ultime interviste rilasciata all'Adnkronos. E parlando del suo partito i toni non sono teneri: "Sulla base di un semplice avviso di garanzia, senza sentire il dovere di ascoltarmi, in violazioni dello statuto e delle più elementari norme costituzionali sulla presunzione di innocenza, sono stato espulso da un giorno all'altro dal partito a cui avevo dedicato tanta parte della mia vita, accrescendo la gogna mediatica verso di me".
E infine: "Oggi faccio fatica a riconoscermi nella politica attuale, che trovo debole quando non priva di senso morale. Anche il mio ex partito, il Pd, non sfugge a questo declino generale. Non riesce ad interpretare il riformismo che è sempre stata la chiave di volta di una sinistra di governo".
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