Fontana ascolta i partiti Saranno 16 gli assessori

Dopo il vertice con i 28 consiglieri della Lega il governatore annuncia una giunta allargata

Fontana ascolta i partiti Saranno 16 gli assessori

Un clima da primo giorno di scuola: «Presentazioni e strette di mano per conoscersi, visto che per molti si tratta del primo mandato». Lo descrivono così i neofiti come Gianmarco Senna, il vertice con Attilio Fontana che ha voluto incontrare gli eletti in via Bellerio insieme al segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi. «Disponibilità ed entusiasmo visto che ventotto consiglieri la Lega non li ha mai avuti: rappresentiamo quasi il 70 per cento della maggioranza (composta da 48)».

Un consiglio regionale, dunque, più verde e sempre più compatto, tenuto insieme dal neo eletto presidente pronto a garantire che «sarà presente a tutte le sedute» e che, per tenere unito il gruppo, «come ha già fatto a Varese da sindaco», vuole «rapportarsi in modo costante con l'assemblea». Una buona intenzione che - va detto - nessun presidente potrebbe mai far mancare, fresco di insediamento e il cui risultato si vedrà alla prova dei fatti. In ogni caso però, i protagonisti dell'incontro sono stati loro, i soldati dell'esercito leghista al Pirellone, frutto del milione e oltre 500mila preferenze che il Carroccio ha portato a casa, doppiando l'alleata Forza Italia (quasi 30 per cento contro il 14). Oltre a Senna, imprenditore nel settore della ristorazione e capolista da pieno di preferenze a Milano, in via Bellerio c'erano gli altri quattro eletti nel capoluogo regionale: Massimiliano Bastoni, consigliere comunale, Curzio Trezzani, già sindaco di Boffalora sopra Ticino, Riccardo Pase e Silvia Scurati. Poi i tre bergamaschi: Giovanni Malanchini, Roberto Anelli e Alex Gallizzi. Stesso numero per Brescia con Fabio Rolfi, Floriano Massardi e Francesco Ghiroldi. Meno folto il gruppo delle altre province: Monza con Andrea Monti, in odore di assessorato e Alessandro Corbetta. A Lodi Pietro Foroni, a Pavia Roberto Mura, a Varese Francesca Brianza, a Cremona Federico Lena, a Manotova Alessandra Cappellari, a Sondrio Massimo Sertori. E allora ecco che le forze in campo saranno talmente diverse, seppure in continuità rispetto all'era maroniana. Anche nei rapporti consiglio-governatore: si spera di non ritrovarsi con gli attriti emersi quando il capogruppo era Massimiliano Romeo, il quale spesso lamentava una eccessiva autonomia del capo dell'esecutivo (pur appartenente al suo stesso partito).

Quella che dobbiamo aspettarci, a detta dello stesso neogovernatore sarà «una legislatura storica». Con una stella polare: l'autonomia. «La responsabilità di quei 20 punti di distacco ce la siamo sentita tutta», racconta Senna, perché «sarebbe già tanta roba attuare le sei competenze firmate. Così la Lombardia può giocare nella Champions delle Regioni europee, e vincere».

«Territorio, territorio» è ciò che hanno chiesto i leghisti della «nazione» lombarda che si sono definiti, per bocca di Grimoldi, il «sindacato del territorio» perché «prima forza in Lombardia». E la concordia, almeno a queste prime battute, sembra regnare. Primo tetris politico da risolvere ora sono gli assessorati. «I tempi sono rapidi, a breve chiuderemo: saranno sedici», ha annunciato ieri ufficialmente Fontana.

Due in più rispetto alla squadra del suo predecessore. Uomini e donne alla pari, si dice. Ma anche questo tutto da dimostrare: per il momento la maggioranza maschile fra i consiglieri, anche quelli del suo partito, è vistosa.

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