Debussy "grafomane" non solo musicale

Uno dei «rivoluzionari» del Novecento che chi ha a cuore la musica classica certamente conosce, almeno abbastanza bene nelle sue opere principali

Debussy "grafomane" non solo musicale

C'era una volta il grande francese Claude Debussy, uno dei «rivoluzionari» del Novecento che chi ha a cuore la musica classica certamente conosce, almeno abbastanza bene nelle sue opere principali; lui, in estrema sintesi, artefice della «tonalità melodica» a base monofonica con le armonie, sebbene diverse da quelle della «tonalità armonica», definizioni dell'analista americano Rudolph Réti. Forse però conoscere il Debussy «grafomane» è decisamente desueto.

Un'occasione per «incontrare» questo suo aspetto la offre mercoledì pomeriggio il duo Art Music Youkali (Sergio Bonetti al flauto traverso e Katia Caradonna al pianoforte) al Museo del Novecento a Milano. Già, proprio così. Il Maestro oltre che rivoluzionario musicale, anche «grafomane»: le sue lettere, catalogate, indirizzate a un'ottantina di destinatari tra amici, colleghi, compagni di studi ed estimatori. Argomenti vari, musica in testa, letteratura, estetica, momenti di vita. Appare «fuori dal mondo», come lui stesso ammette nel 1889 rispondendo a una delle tante domande del famoso questionario detto di «Marcel Proust». Spaccato di una vita pure epistolare: si potrà conoscerne alcuni spezzoni durante il recital.

Intermezzi anche con una «guida all'ascolto», in modo da mettere in luce aspetti meno noti del musicista. Per chi volesse saperne di più c'è il libro: «I bemolli sono blu. Lettere (1884-1918)» Archinto editore. Una bella avventura musical-intellttuale.

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