Giù i ricoveri in ospedale e 15mila guariti in 24 ore. La svolta anti-Covid c'è

Numeri confortati soprattutto dagli ospedali Sollievo in Regione, critiche al Sala pilatesco

Giù i ricoveri in ospedale e 15mila guariti in 24 ore. La svolta anti-Covid c'è

Il contagio si è stabilizzato, la pressione sugli ospedali cala, e intanto il sistema sanitario continua a curare e guarire migliaia di persone. La svolta nella battaglia contro il Covid c'è, eccome, e si vede dai dati. La percentuale dei tamponi positivi su tamponi fatti, ieri, si è attestata sul 13,1%, ma soprattutto si sono registrati ben 15.504 guariti o dimessi in un solo giorno, e ricoveri sono scesi: 9 posti in letto in meno occupati in terapia intensiva e 127 negli altri reparti.

In un quadro che resta molto complesso insomma, un andamento inequivocabilmente positivo, che viene sancito col passaggio a una zona arancione che consolida le speranze dei giorni scorsi premia il comportamento virtuoso di milioni di cittadini. La «notizia positiva» - spiega il presidente della Regione, Attilio Fontana - arriva dopo la valutazione di numeri che in questi ultimi giorni sono sempre stati positivi e continuano a esserlo. E il declassamento del rischio, ovviamente, viene accolto con soddisfazione a Palazzo Lombardia. «I sacrifici dei lombardi e l'impegno della Regione alla fine sono stati premiati» dice l'assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, ma il centrodestra non si limita a gioire della buona notizia, e va anche all'attacco del sindaco Beppe Sala, troppo arrendevole nel rimettersi alle valutazioni del governo. «Sala è un vero cuor di leone - lo stana subito il presidente delle Attività produttive Gianmarco Senna - mentre la nostra città vive una crisi senza precedenti, il sindaco riesce a non prendere nessuna decisione pur di non scontentare il suo governo». «Il sindaco - attacca anche il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi - anziché occuparsi della città che amministra ci riserva l'ennesima predica via social, dove peraltro non prende posizione sulla decisione del Governo».

Nel primo pomeriggio, poi, arriva l'annuncio della zona arancione e alle 18 la conferma ufficiale del governatore. E sul sindaco piovono nuove critiche. «Mentre Sala pubblicava foto col punto di domanda in mano - scrive l'assessore regionale e commissario milanese della Lega, Stefano Bolognini - grazie al lavoro del presidente Fontana a breve la Lombardia tornerà in zona arancione». «Sala continua a fare il cerchiobottista - incalza De Corato - anziché sostenere il meritato passaggio della nostra regione in zona arancione, dopo i grandi sacrifici fatti dalla Lombardia e da Milano, capitale economica del Paese, è pronto ad accettare tutto, senza essersi mai battuto per i suoi cittadini».

Il governatore comunque, dopo aver attribuito il merito della piccola-grande svolta ai cittadini, avverte che la priorità adesso è «consolidare» la novità, e «fare in modo che si facciano ulteriori passi avanti», senza vanificare i risultati ottenuti grazie a giorni e settimane di sacrifici, pagati a caro prezzo.

Le prime avvisaglie di un miglioramento si sono viste intorno al 10 di novembre, quando è risultato chiaro come i «nuovi positivi» su base settimanale cominciassero a frenare, tanto da «appiattire» la curva dei nuovi casi. In seguito, come previsto, questo «raffreddamento» ha cominciato a manifestarsi anche negli ospedali, traducendosi in una minor pressione sui reparti. Il 19 novembre la Regione ha annunciato per la prima volta un calo dei pazienti e il 25 novembre il bollettino ha registrato un calo di 246 ricoverati nei reparti diversi dalle terapie intensive. E ieri, come detto, si è aggiunto un -127 che ha portato il totale dei ricoverati a 7.869.

Resta ancora alto il numero dei decessi, ieri purtroppo se ne sono registrati altri 181, ma per gli esperti quel dato è l'ultimo a calare, dopo una consolidata minor pressione sugli ospedali.

Anche per questo, a Palazzo Lombardia mantengono una linea di cautela e rigore. «Non bisogna abbassare la guardia - ha avvisato Fontana - siamo ancora in una situazione in cui il virus c'è ed è ancora pericolo». «Bisogna far capire ai cittadini che non è iniziata la stagione del liberi tutti».

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