«Guerriglia urbana contro la mia casa»

Un assalto «studiato» a tavolino o un'azione improvvisata sul momento e ampliata poi dai fumi dell'alcol? Poco importa vista la violenza con la quale una quarantina di studenti tra i 17 e i 18 anni venerdì sera, dopo essersi appostati sotto le finestre dell'abitazione di Daniela Santanchè, in zona piazzale Baracca, hanno cominciato a lanciare insulti pesanti e a intonare cori da stadio contro l'onorevole e attuale responsabile organizzazione nazionale del Pdl e il direttore del nostro quotidiano Alessandro Sallusti che in quel momento erano in casa con alcuni ospiti. «Venti minuti di vera e propria guerriglia urbana» ci spiega la Santanchè. Che adesso si appresta a sporgere denuncia contro i giovani e a breve metterà sul sito «YouTube» il video estrapolato dalle telecamere di casa. «Per mostrare a tutti non solo che un fatto simile, un assalto a una casa privata, non è normale, ma anche per ribadire che non ci si deve e non ci si può abituare ad accettare comportamenti del genere minimizzandoli o relegandoli a innocue ragazzate. Perché non lo sono» sottolinea l'onorevole.
E che non fosse esattamente una goliardata lo dimostra il fatto che uno dei ragazzi, poi fuggito a bordo di uno scooter, brandiva una chiave inglese e l'agitava in direzione delle finestre a cui si erano affacciati Sallusti e la Santanchè. Un arnese che, in un primo tempo, nel buio della notte, era sembrata la lama di un coltello. La chiave inglese è stata abbandonata dal giovane prima della fuga in una delle fioriere davanti all'abitazione dove, più tardi, l'ha ritrovata la polizia.
Ma veniamo ai fatti. Intorno a mezzanotte e trenta di venerdì una quarantina di giovani, dopo aver partecipato a un compleanno di un amico in corso Magenta, decidono di raggiungere la vicina abitazione dell'onorevole del Pdl. Le luci sono accese, in casa c'è qualcuno. Così i ragazzi, sicuri di «fare centro», iniziano a gridare «fascista» in direzione delle finestre dello stabile a quattro piani, quindi si lanciano in una serie di insulti veri e propri contro l'onorevole del Pdl e il direttore de «Il Giornale».
«Abbiamo sentito un fracasso incredibile - ci racconta Daniela Santanchè - ci siamo messi ad ascoltare, per capire cosa stesse accadendo. E così abbiamo capito di essere noi, gli abitanti della casa, l'oggetto di quegli epiteti...Quei quaranta giovani non la finivano più, saranno andati avanti ad urlarci contro insulti almeno una ventina di minuti. Molti avevano il volto nascosto dal cappuccio della felpa e dal casco. Alcuni hanno anche cercato di scaraventare contro la casa delle panchine, fortunatamente senza riuscirci perché erano troppo pesanti».
Dopo aver avvertito il 113, Sallusti scende in strada e viene accerchiato da un gruppetto di studenti che sghignazzano divertiti sostenendo che «dare del fascista a qualcuno non è un'offesa...». All'arrivo delle volanti e della Digos, però, la maggior parte degli «urlatori» fugge in scooter e, alla fine, solo sedici di loro verranno identificati. Mentre gli agenti trovano la chiave inglese nella fioriera, a difendere gli amici arriva l'organizzatore del compleanno.

«Avevano bevuto troppo - spiega il ragazzo - e poi non sono cattivi ragazzi, in molti frequentano il San Carlo» tenta di giustificarli. Ma in serata il rettore del San Carlo, don Aldo Gerenzani, dirama un comunicato: nessuno dei giovani coinvolti è un allievo o ex allievo dell'istituto di corso Magenta.

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