I primi passi dei talenti del futuro

«L'ultimo giorno delle sfilate dovrà essere dedicato ai giovani». Lo aveva preannunciato il presidente della Camera nazionale della Moda Carlo Capasa, e così è stato. Ieri, l'ultima giornata della settimana della moda, ha aperto e chiuso con le passerelle dei nuovi nomi. Prima Lucio Vanotti, con i suoi abiti geometrici, candidi e ricchi di drappeggi, poi il collettivo di moda cinese Ricostru (fondato dalla stilista Manchit Au) che ha sfilato con le sue donne dall'eleganza super contemporanea al Teatro Armani, ospite di re Giorgio, che dopo la decisione di sfilare (eccezionalmente) a Parigi con Emporio Armani e di spostare la passerella di Armani al venerdì, ha lasciato un vuoto. La paura era quella che la stampa, cancellato il consueto appuntamento con Armani, non si presentasse, tanto che il presidente della Camera aveva lanciato un appello ai giornalisti: «Venite a vedere i giovani», perché questo è un «modo per accendere i riflettori tutto sui nuovi talenti e metterli in condizione di lavorare bene, come succede nelle altre capitali della moda». E anche se ieri la stampa straniera, già in viaggio per la settimana della moda di Parigi, (come prevedibile) praticamente non si è fatta vedere, gli italiani hanno fatto la loro parte e le sfilate sono state un bel traguardo e una prestigiosa vetrina per i giovani stilisti. Oltre a Mila Schon, hanno chiuso la settimana Andrès Caballero con la sua griffe San Andres Milano che ha portato in passerella un tocco di eleganza messicana. E il siciliano Salvatore Piccione, in arte Piccione.

La collezione di questo talento nostrano si è ispirata al mondo del mare, al libro di Jeffrey Eugenides e al film di Sophia Coppola «Il giardino delle vergini suicide». In passerella, capi super preziosi ricamati a mano, molti dettagli in pizzo sangallo, colori delicati, e molto, molte stampe.

PDO

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