«La barriera tiene». È una fase delicata, un certo incremento dei casi Covid si riscontra e convive con la «normale circolazione» di altri virus, eppure la «diga» dei vaccini non sta cedendo, non in questo momento . È l'analisi di Fausto Baldanti, professore a Pavia, direttore dell'unità operativa complessa di Microbiologia e virologia del San Matteo, e i dati del giorno sembrano andare nella direzione di una sostanziale stabilità del quadro. Il tasso di positività dei tamponi anche ieri si è attestato sullo 0,8%, con 294 positivi. Un numero ancora molto inferiore a quello dello scorso anno, nonostante si facciano mediamente molti più test al giorno per via del «Green pass» da ottenere. L'incidenza dei casi, dato di 2 giorni fa, era ferma a 42 con pazienti Covid che adesso occupano «solo» il 3% delle terapie intensive e il 5% dei letti negli altri reparti.
In terapia intensiva, ora, sono ricoverati 46 pazienti (in calo di uno) e negli altri reparti 348 (+10). Una situazione sotto controllo insomma, mentre nel resto dell'Europa si fa già i conti con un'evoluzione preoccupante. «Non parlerei di quarta ondata - spiega Baldanti - che fosse un virus stagionale lo si era capito e si aspettava un incremento di casi. Se vogliamo fare un confronto, non facciamolo col giorno prima ma con l'anno scorso, quando peraltro eravamo in zona rossa. I casi erano 40 mila al giorno, mentre ora con cinema aperti, stadi pieni, scuole a pieno regime, abbiamo 3-5mila casi registrati. E i tamponi sono 5 volte tanto». Insomma, il confronto è nettissimamente a favore del 2021, per quanto un aumento ci sia, ma fisiologico. «Quel che sta accadendo era atteso - commenta Baldanti (foto) - c'è ancora un certo numero persone non vaccinate ma abbiamo ricevuto i complimenti dell'Europa e in effetti l'Italia ha una crescita inferiore ad altri. Rispetto all'anno scorso, la differenza è sotto gli occhi di tutti, con la totale apertura il numero di casi è 10 volte più basso».
Il gran numero di tamponi indotto dal Green pass, ora, rappresenta anche un elemento di conoscenza delle dinamiche del contagio. «È un indagine a tappeto - dice il professore - E certo non possiamo dire che ora sia emergenza».
Anche la situazione in corsia è molto migliore, anche al San Matteo, che è stato uno dei baluardi nella guerra al Coronavirus, e lo resta. «La situazione è abbastanza tranquilla. Vediamo sì un leggero incremento dei ricoveri, ma Pavia è un ospedale hub, mentre l'anno scorso tutti gli ospedali lo erano». Il «bacino» insomma è molto più grande ora. E i pazienti Covid sono una trentina.
Che fare ora? Proseguire con la campagna vaccinale. «Sicuramente raggiungere gli indecisi che sono il serbatoio maggiore di circolazione del virus. Poi la riposta è individuale, alcune persone hanno una risposta più debole, per loro è molto importante la terza dose. Su altre categorie e sul resto della popolazione lo si vedrà nei prossimi giorni. Non mi pare che la barriera immunologica venga travalicata, non stiamo osservando infezioni in ambito di personale sanitario per esempio. La barriera regge».
Baldanti raccomanda cautela nelle decisioni, compresa l'estensione della campagna alla popolazione pediatrica. «Serve sempre cautela. Certo, il virus avrà difficoltà quando saranno tolti tutti i serbatoi, compreso quello».
Differenza rilevante rispetto al passato è la circolazione dei virus «normali». «Sono ricomparsi gli altri, gli stagionali - spiega - L'anno scorso non se ne vedeva uno ed eravamo in lockdown. Non circolava niente che non fosse Covid. Quest'anno l'apertura è ampia, i virus stanno circolando: il virus respiratorio sinciziale, i rhinovirus, i virus parainfluenzali circolano. E il picco nell'incremento degli influenzali in genere coincide con i giorni di Capodanno».
Anche il vaccino antinfluenzale è uno strumento: «L'influenza può essere molto cattiva di per sé». «Ma - fa notare il professore - il fatto che circolino altri virus, paradossalmente, è una buona notizia. Significa che il Covid non è più dominante».
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