Un itinerario tra ville e giardini per scoprire i tesori nascosti della Provincia di Milano

Il palazzo della Provincia costruito e arredato da un grande architetto: Giovanni Muzio. Una mostra e un libro accompagnano l'evento per i 160 dalla sua nascita

Un itinerario tra ville e giardini per scoprire i tesori nascosti della Provincia di Milano

Era il 5 marzo del 1860 quando a Milano quando Cesare Giulini della Porta viene nominato, patrizio lombardo, già senatore del Regno, presidente del "Consiglio provinciale". Il Governatore della Provincia di Milano al quale il presidente Giulini passa la parola durante la cerimonia ufficiale di investitura è il niente di meno che il marchese Massimo D'Azeglio. Inizia così la storia istituzionale della Provincia di Milano e del suo territorioche ha svolto nella storia sia da un punto di vista culturale, soiciale e amministrativo un servizio prima alla Corona e poi alla Repubblica. Ne sono stati appassionati cantori da Carlo Cattaneo a Massimo Fabi: di quest'ultimo è doveroso ricordare il suo "Dizionario geografico, storico e statistico della Lombardia", di cui Cesare Cantù aveva curato in qualità di direttore della collana l'edizione dei primi due tomi. Dalla seconda guerra d'Indipendenza al 1848 con le Cinque Giornate di MIlano, insieme a Carlo Cattaneo spicacno i nomi di Giovanni Visconti Venosta, Cesare Correnti, Achille Mauri, Emilio Broglio, Antonio Allevi, Luigi Petroli, , Ansalmo Guerrieri Gonzaga, Olifredi Tadini, Luigi Torelli, Emilio Visconti Veneosta...In base alla legge Rattazzi, la Provincia divenne un ente morale, locale e autonomo guidato da un Governatore.

Nei primi mesi del 1860 si tennero le prime elezioni provinciali alle quali concorsero una decina di associazioni elettorali, ognuna con i propri candidati come la Società del Giardino, quella di Mutua Educazione Civile e Militare, la Società Patriottica d'Incoraggiamento di Scienze, Lettere e Arti, il Circolo della Società Umanitaria, il Circolo del Corpo Insegnante, l'Associazione Elettorale, il Circolo degli Artisti, quello della Società Nazionale e quello Popolare di Brera. E' qui che Massimo d'Azeglio diventa Governatore. Da Torino a Milano

a Palazzo di Borgo Monforte. L'articolazione territoriale della Provincia rimase pressochè invariata dal 1859, Nel 1927 con la firma di Luigi Einaudi si rende autonoma Gallarate e nasce lo stemma di Legnano.

Nel secondo dopoguerra le Province assumono una nuova configurazione: Lodi, Monza-Branza sono storia più recentema lo scopo istituzionale è sempre stato quello di erogare servizi e coordinare le politiche di sviluppo tra il Comuni e il territorio.

E' con un volume e una mostra curati da Nicoletta Colombo, Stefano Galli, Rosanna Pavoni ed Elena Pontiggia che la Provincia di Milano intende farsi conoscere e raccontare i suoi 150 anni di vita. Un appuntamento importante con i cittadini e le comunità locali. Una funzione svolta dall'ente dal 1860 a oggi, un secolo e mezzo fa; un territorio già riconosciuto nel Regno d'Italia che ha dato sviluppo industriale e garanzie sociali. Una passione che il poeta Giuseppe Ungaretti descrisse con le seguenti parole "Il miracolo dell'arte non è il linguaggio, ma la tensione che lo anima", un legame espresso in una mostra nella stessa sede che sottolinea il legame tra arte e bellezza. E che come sottolinea Stefano Zecchi, "...arte e bellezza significano misura, armonia ed eleganza". Parole espresse anche dal presidente Guido Podestà nella prefazione del volume: "L'arte doveva imitare la natura e rimanere soggetta a determinati ideali estetici, per cui l'artista aveva il compito di esprimere la bellezza della natura attraverso le sue creazioni così da renderla eterna e salvarla dall'incedere del tempo. L'arte ha inoltre guardato alle espressioni della realtà come fonti di stupore e bellezza da cui la vera arte avrebbe dovuto trarne un benefico spunto. Le singole sezioni della mostra possono essere associate al significato delle testimonianze artistiche in questi 150 anni".

Accostarsi a un patrimonio non solo fatto di quadri, statue, documenti e oggetti, ma anche di di ville, palazzi ricchi di affreschi, giardini, scuderie non è da sottovalutare, in quanto tutto questo patrimonio appartiene a ogni cittadino di Milano e della sua proìvincia.

Un anello di congiunzione tra la vita di ieri e quella di oggi lo troviamo nelle opere di Giovanni Giacome De Rossi, Giuseppe Maggiolini, Giovanni Piazzetta, Bernardino Campi, per poi proseguire nell'Ottocento con Angelo Trezzini, Giacomo Favretto, MIchele Tedesco, G. Battista Ferrari, Guido Ricci, Francesco Barzaghi, Leonardo Bazzaro. Ma anche tra i protagonisti a cavallo tra Ottocento e Novecento come Enrico Prampolini, Fillia, Carlo Carrà, Raffaele De Grada, Aligi Sassu, Filippo Usellini e Lorenzo Viani.

Tra i beni architettonici ne vale la pena visitare Palazzo Isimbardi il cui cortile d'onore risale al XVI secolo, ricco di affreschi del Tiepolo, il cui preseguimento fino all'angolo di corso Monforte fu ristutturato per opera di Giovanni Muzio, già noto a Milano per avere edificato l'Arengario, la Triennale, la Ca' Brutta e l'Università Cattolica.

E poi Palazzo Diotti, splendida dimora settecentesca presa d'assalto dagli austriaci, il Brefotrofio di Viale Piceno su progetto di Vincenzo Sarti in stile liberty, Palazzo Cattaneo del 1841 su progetto di Giuseppe Cattaneo nell'attuale via Moscova (sede dei Carabinieri Reali), la seicentesca Villa Ghirlanda Silva a Cinisello Balsamo, l'Abbazia di Morimondo risalente all'anno mille, Villa Visconti Borromeo Arese Litta aLainate, un gioiello di storai e d'arte, rimaneggiata nell'800 da Luigi Canonica, il Convento dell'Annunciata ad Abbiategrasso, un complesso monastico del Quattrocento, il Castello di Melegnano dimora nel 1200 del Podestà di Milano Carbone fortificato nella lotta contro l'Imperatore Federico II e nel 1400 dimora favorita di Gian Galeazzo Visconti, lo Spazio Oberdan a Milano del 1800, ristrutturato nel 1917 per ospitare il cinema Giardini a Porta Venezia. Un'occasione, quella dei festeggiamenti della Provincia per visitare luoghi di rara bellezza ricchi di storia e di memoria, nascosti e dimenticati nel tempo tutti da riscoprire.

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